Goldoni Carpi: Cisl soddisfatta per adesioni a servizio outplacement lavoratori in esubero



Potrebbe essere un 1° Maggio un po’ più sereno quello dei 72 esuberi (o almeno una parte di essi) della Goldoni di Carpi non trasferiti nella nuova azienda targata Keerstrack e attualmente in cassa integrazione per Covid. In questi giorni, infatti, sono cominciate le adesioni volontarie al servizio di outplacement previsto dall’accordo di salvataggio della Goldoni e pagato dall’azienda.

«Si tratta di un servizio di ricollocazione personalizzato e individuale che sta riscuotendo grande apprezzamento tra i lavoratori – dichiara Massimo Occhi, sindacalista della Fim Cisl Emilia Centrale – In pratica i lavoratori che aderiscono vengono aiutati a migliorare le proprie competenze attraverso corsi di formazione e riqualificazione (per esempio un magazziniere può diventare un elettromeccanico), ricevono supporto psicologico, sono istruiti su come presentarsi efficacemente sul mercato del lavoro: quindi come comportarsi a un colloquio di lavoro, cosa scrivere nel curriculum vitae, quali strumenti informatici usare affinché un’azienda prenda in considerazione la propria candidatura.

Inoltre – continua Occhi – stiamo ricercando con l’azienda opportunità lavorative interne per gli esuberi che, come stabilito dall’accordo di salvataggio, hanno il diritto di precedenza nell’eventualità di future assunzioni della Goldoni. Ricordo, infatti, che la garanzia di un futuro lavorativo per le 72 persone non trasferite nella newco è una delle priorità dell’accordo sindacale, così come – aggiunge il sindacalista della Fim Cisl – è prioritaria una ripresa veloce e duratura della nuova Goldoni».

«Il servizio di outplacement è una bella opportunità per chi è rimasto temporaneamente fuori, perché nessuno deve restare indietro o sentirsi abbandonato – interviene il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta – Questa è una parte tutt’altro che secondaria dell’accordo che ha consentito alla Goldoni di evitare il fallimento e ripartire con una nuova proprietà.

Un accordo – sottolinea Ballotta – frutto dell’impegno e contributo di tanti soggetti, dai sindacati alle istituzioni, dalla diocesi al tribunale».