Scandiano: percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, 8 persone denunciate dai carabinieri



I carabinieri della tenenza di Scandiano, nel corso di una indagine, coordinata dalla Procura di Reggio Emilia, hanno individuato 8 soggetti che hanno percepito il reddito di cittadinanza non avendone diritto. Le somme indebitamente percepite ammontano a oltre 40.000 euro.

La complessa attività investigativa, svolta dai carabinieri della Tenenza di Scandiano, ha comportato l’analisi di circa 400 soggetti residenti nel comprensorio ceramico reggiano al termine della quale i militari scandianesi hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Emilia 8 persone (una 44enne italiana, una 37enne polacca, un 37enne marocchino, una 35enne marocchina, una 27enne albanese, un 60enne tunisino,  un 62enne albanese e una 50enne tunisina) responsabili, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e violazioni in materia di percezione del reddito di cittadinanza.

Le indagini hanno fatto emergere come i soggetti abbiano percepito il beneficio del reddito di cittadinanza in maniera indebita ponendo, ognuno di essi, condotte diverse, ma comunque contrarie alla legge. Una cittadina italiana, nella domanda di percezione ha omesso di dichiarare una pregressa condanna penale in relazione a reati commessi (estorsione) con l’aggravante del metodo mafioso, intervenuta nei dieci anni precedenti la data della richiesta del beneficio.

cittadina polacca, per la stesura della DSU, ha omesso di dichiarare redditi risultati dalla vendita di un patrimonio immobiliare già posseduto dalla predetta, per una somma superiore a 100.000 euro, circostanza che ha permesso alla stessa donna di abbassare la soglia del reddito nel documento ISEE ed ottenere quindi il beneficio del reddito di cittadinanza.

I restanti sei indagati, infine, risultano aver indicato falsamente il possesso dei requisiti di permanenza sul territorio nazionale richiamati dall’art. 2 co.1 let. a) d.l.4/2019 mod. dalla l.26/2019 (quali ad esempio: permesso di soggiorno di lunga durata, permanenza sul territorio nazionale di almeno 10 anni di cui gli ultimi 2 in maniera continuativa) oppure una nazionalità diversa da quella reale e nello specifico quella italiana in luogo di quella tunisina. È stata rimessa inoltre alla competente Magistratura una valutazione in ordine al fatto che diversi, tra i soggetti indagati, hanno omesso di dichiarare all’atto della richiesta per l’ottenimento dell’ISEE l’intestazione di plurimi veicoli da loro posseduti, circostanza che inevitabilmente ha inciso sul valore poi determinato in loro favore. Dalle indagini è emerso che la somma del denaro indebitamente percepita dai soggetti indicati è da quantificarsi in oltre 40.000 euro denaro che, nel complesso, è stato erogato dallo Stato da aprile 2019 a febbraio 2021.