Cna petizione riapertura acconciatori, estetisti, tatuatori 50.000 firme



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Quasi 50mila firme per far riaprire acconciatori, centri estetici, tatuatori nelle zone rosse, bloccare le attività abusive e garantire la sicurezza dei cittadini. Le ha raccolte Cna a livello nazionale insieme con le altre associazioni del settore, grazie a una petizione online lanciata lo scorso 31 marzo.

E oggi i presidenti nazionali di Cna, Confartigianato e Casartigiani hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, della Salute Roberto Speranza, degli Affari Regionali e Autonomie Mariastella Gelmini nella quale ribadiscono la richiesta di consentire la riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica nelle zone rosse.

“Come abbiamo scritto nella lettera – spiega la Presidente di Cna Unione Benessere Bologna Giovanna Cacciatori – le imprese del settore hanno accolto con grande senso di responsabilità i rigorosi protocolli igienico-sanitari, rispondendo con diligenza e rigore alle indicazioni del Governo per evitare la diffusione del virus e hanno organizzato le attività su appuntamento in modo da non generare assembramenti. Non è un caso quindi che non vi siano state in questi mesi evidenze di contagi all’interno dei saloni e dei centri estetici, ove è stata sempre garantita la massima sicurezza per operatori e clienti”.

“La sospensione delle attività – continua Cacciatori – oltre a creare un danno economico insostenibile per le imprese del settore, ha favorito la rischiosa ed ormai ingestibile proliferazione dell’offerta irregolare, incentivando di fatto l’erogazione di servizi a domicilio, in assenza dei più comuni requisiti igienico-sanitari dettati dalle normative di settore e delle misure anti-contagio previste per lo svolgimento di tali attività”.

“Chiediamo pertanto al Governo – è la richiesta di Cna, Confartigianato e Casartigiani – di intervenire con urgenza prevedendo la riapertura delle attività di acconciatura e di estetica nelle zone rosse per evitare il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini”.