“Utilizzare mezzi di emergenza in situazioni di emergenza, anche nel fare sindacato: per questo chiediamo di utilizzare sempre di più assemblee virtuali e voto elettronico”. La proposta dei metalmeccanici della Fim Cisl Emilia Centrale giunge mentre sono in atto le campagne assembleari per il voto di conferma del nuovo contratto nazionale, anche nel reggiano.
“Il mondo della Cisl è chiamato a rappresentare e a tutelare, in ogni ambito, i lavoratori, anche e soprattutto sul fronte della sicurezza personale. La intenzione operativa della Fim Cisl è innovativa, al passo coi tempi e, soprattutto inclusiva di un maggior numero di persone”, commenta William Ballotta, segretario generale Cisl Emilia Centrale.
“Pur essendo in zona rossa – dettaglia Giorgio Uriti (foto), segretario generale Fim Cisl Emilia Centrale – i contagi continuano a non calare. Occorre pertanto mettere in campo tutte le accortezze che possano prevenire qualsiasi assembramento e rischio connesso, anche se solo potenziale e anche a costo di ripensare in chiave innovativa al fare sindacato”. La proposta dei metalmeccanici cislini scardina quasi un secolo di consuetudini: “a tutela della sicurezza sanitaria abbiamo oggi le tecnologie adeguate per incontrare i lavoratori in un modo nuovo, sia nelle assemblee sia nel modo con le quali queste si esprimono: il voto”.
Già previste dal contratto nazionale, per quanto in minoranza, non mancano casi eclatanti di assemblee tenutesi in modalità virtuale, con anche le votazioni per le Rsu con voto elettronico. In regione spicca il caso della Marcegaglia di Ravenna, della Modula (Gruppo System) di Casalgrande con assemblea e votazione, alla Koeler Lombardini, nella giornata del 25 marzo, col voto elettronico, così come all’Elettric 80 di Viano. In questi casi è stato possibile raggiungere lavoratori anche dall’altra parte del mondo.
“Oltre al tema sanitario – aggiunge Uriti –, gli strumenti informatici ci consentono di rafforzare la rappresentanza democratica dei lavoratori. Infatti, che possiamo raggiungere persone che, diversamente, non parteciperebbero a voti e ad assemblee. Come nel caso di trasfertisti fuori sede, appunto anche dall’altra parte del pianeta, lavoratori in smart working e lavoratori a domicilio, i lavoratori fragili che non possono entrare in azienda in questo periodo, i comandati (i lavoratori che lavorano presso altre sedi)”.
“Questo nuovo modo di fare sindacato in emergenza – aggiunge il sindacalista dei metalmeccanici – è un adattamento di quanto già avviene, nel modo del lavoro, ad esempio con lo smart working. Certo ci sono realtà poco strutturate, dove non sarà possibile, ma è segno di responsabilità provarci. Aggiungo che, comunque, nulla ci farà perdere di vista, appena le condizioni lo consentiranno, la necessità del rapporto interpersonale in presenza”.
Ad oggi il 95% delle assemblee avviene ancora in presenza. Proprio quando è atteso il voto di approvazione del contratto che, per altro, prevede consultazioni certificate, che non possono avvenire per alzata di mano, ma devono svolgersi tramite schede o tramite piattaforme certificate già nelle disponibilità dei sindacati.
“Le consuetudini del passato non vanno bene per il momento che stiamo attraversando. Chiediamo condivisione anche agli altri sindacati dei metalmeccanici”, conclude Uriti.