Secondo il campione di imprese monitorato dal centro studi Mecs-Ucima segno positivo nella raccolta ordini dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio a fine 2020, sia in patria sia oltreconfine, con un incremento complessivo del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La domanda estera ha infatti registrato una crescita dell’8,1%, mentre quella interna del 3,4%. Complessivamente però nel 2020 la raccolta ordini cumulata segna un calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nel panorama dei miglioramenti del comparto cresce quindi la variazione di fatturato negli ultimi tre mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, che resta in territorio positivo dopo le difficoltà dovute dalla pandemia Covid-19, registrando un incremento dell’1,8%. Il risultato è frutto di una crescita sul mercato estero del +4% e di una contrazione riscontrata ancora una volta sul mercato interno pari a -8,2%.
Le aspettative per quanto riguarda il mercato estero per il primo trimestre 2021, vedono il 17,6% delle aziende con previsioni di risultati in aumento rispetto al periodo precedente, la maggioranza, ovvero il 64,7% prevede risultati stabili, mentre il 17,6% si aspetta una flessione degli ordini.
Il settore quindi si mantiene ancora sostanzialmente in salute e sono stabili le aspettative degli operatori per i prossimi mesi, sia sul mercato interno sia su quello estero.
“Un inizio di anno che ci dà fiducia – commenta Matteo Gentili, presidente di Ucima – che conferma che il nostro settore resta robusto. L’emergenza Covid non ci ha colto impreparati e adesso stiamo raccogliendo i frutti di un grande lavoro di ricerca e sviluppo che le nostre aziende hanno sempre fatto negli anni. Quest’anno ci sono già segni di ripresa, ma occorre prudenza. Siamo consapevoli che i nostri competitor sono quantomai agguerriti e che l’incertezza in molti mercati a causa della pandemia è ancora forte. Stiamo notando conseguenze anche sui costi incrementati delle materie prime e dei noli marittimi, che ovviamente va ad incidere sui costi di produzione e di fornitura”.