Venerdì 26 marzo sarà la seconda giornata di mobilitazione nazionale, dopo quella del 30 ottobre 2020, promossa da Rider X i Diritti per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di lavoro dei ciclo-fattorini che lavorano per le piattaforme di food delivery.
Nidil/Cgil di Modena aderisce e appoggia l’iniziativa per sottolineare “come in questi mesi di pandemia mentre i volumi di lavoro e gli utili d’impresa per le piattaforme sono aumentati, le condizioni dei lavoratori sono peggiorate sia in termini di diritti che salariali.
Le condizioni di lavoro non sono dignitose, i rider non hanno un contratto nazionale di categoria firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi con un perimetro certo di tutele normative e salariali. Infatti, il lavoro è pagato sostanzialmente a cottimo in base al numero di consegne e non al tempo complessivo in cui il lavoratore è impegnato, e lo stesso numero di commesse è regolato da un algoritmo che determina una discriminazione tra i lavoratori nell’assegnazione delle stesse.
Il lavoro è a cottimo in base alle consegne effettuate ed è l’algoritmo a determinare il numero delle consegne e non la sola disponibilità del lavoratore. Due rider della stessa piattaforma nella stessa sera possono avere dato disponibilità nelle medesime fasce orarie, ma vedersi assegnato un numero di consegne molto diverso e quindi maturare differenti compensi”.
“Tutti i giorni i rider scendono in strada – prosegue Nidil/Cgil Modena – affrontando notevoli rischi per le consegne, non ultimo aggressioni, incidenti stradali (a volte mortali), a causa della velocità con cui effettuano le consegne per rispettare i parametri prestazionali imposti dall’algoritmo nella speranza di vedersi assegnare ulteriori ordini.
Il contratto firmato tra Assodelivery e Ugl non dà risposte utili ai rider su tutti questi problemi, ma anzi legittima il lavoro a cottimo e tutti i rischi connessi. I rider infatti, pur lavorando in modo continuativo e con fasce orarie prestabilite, sono considerati alla stregua di lavoratori occasionali e partite Iva, non hanno i diritti tipici del lavoratore subordinato (malattia, ferie, tredicesima, Tfr, indennità lavoro notturno, coperture assicurative, rimborsi chilometrici, ecc…), e su di loro si scarica il rischio d’impresa che dovrebbe essere esclusivamente della piattaforma visto che regola la vita dei lavoratori dettando tempi, modi e luoghi di consegna”.
“Essendo altamente ricattabili, e non potendo esercitare diritti sindacali, i rider non possono scioperare, per questo hanno indetto la giornata di mobilitazione del 26 marzo chiedendo la collaborazione dei cittadini e dei consumatori. Fanno appello alla sensibilità dei clienti affinché non si effettui nessuna ordinazione on line nella giornata del 26 marzo.
Occorre dare un segnale di protesta concreta – conclude Nidil/Cgil Modena – affinché le piattaforme riconoscano i diritti dei rider al pari di tutti gli altri lavoratori”.