Trend in leggero miglioramento per i costruttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica, rappresentati da Acimac, che dopo il calo di fatturato degli ultimi due anni, nell’ultimo trimestre 2020 segnano un -10,6% rispetto allo stesso trimestre del 2019, in aumento rispetto al precedente trimestre che segnava un -11,3% sulle vendite.
I Paesi esteri continuano a registrare risultati negativi, ma più contenuti rispetto al mercato interno, le vendite all’estero segnano un -3,4% mentre quelle in Italia un -38,1%.
Divario presente anche nel preconsuntivo 2020 che segna un -36,6% nel Bel paese e un -13% per il mercato internazionale, con un dato cumulato in flessione rispetto al 2019 del 18%.
Dopo un primo semestre 2020 fortemente negativo, però le imprese del campione monitorato dal centro studi Mecs-Acimac proseguono la graduale risalita: il 90% degli intervistati prevede per il primo trimestre 2021 uno scenario di stabilità o di aumento sul mercato interno, mentre sul mercato estero un’impresa su dieci stima un aumento delle esportazioni a fronte di quattro su dieci più caute e orientate a una previsione di stazionarietà. Primi segnali di fiducia, dunque, tra le imprese.
Nei primi due mesi del 2021 il settore ceramico italiano e internazionale sta mostrando infatti segni di ripresa segnando una crescita della produzione di consumabili (smalti, colori, componentistica) per far fronte alla produzione tornata a pieno ritmo in molti Paesi tra cui Italia, Brasile, India, Spagna e Turchia.
“Già nei dati consuntivi di fine 2020 – conferma Paolo Mongardi, presidente di Acimac – emergeva che la fine dell’emergenza Covid potrebbe coincidere con la fisiologica ripresa del settore macchine per ceramica, dopo due anni di investimenti modesti da parte dei clienti. Sebbene la prudenza sia d’obbligo, per quanto riguarda l’andamento 2021 quello che era un auspicio in questo primo trimestre ha visto i primi segnali di conferma”.
A preoccupare in questi primi mesi dell’anno sono i significativi aumenti dei prezzi delle materie prime, in particolare il cobalto, e della componentistica così come i ritardi negli approvvigionamenti. Aumentano significativamente anche i noli marittimi per il trasporto containerizzato sulla rotta Asia-Europa, a causa della scarsa disponibilità di container e soprattutto dell’insufficiente capacità di stiva a disposizione delle compagnie di navigazione, che si sommano alla distorsione delle dinamiche domanda-offerta di beni causata dalla pandemia.