L’Assessore regionale Irene Priolo interverrà questa sera in Consiglio Comunale per illustrare i risultati del lavoro della commissione incaricata di indagare sulle cause dell’alluvione dello scorso 6 dicembre. Ascolteremo le spiegazioni tecniche su quanto accaduto e chiederemo che sia reso disponibile il testo integrale della relazione stilata dagli esperti, in modo che sia facilmente accessibile a tutti i nonantolani e a disposizione dell’Amministrazione per ulteriori approfondimenti. In attesa della discussione di stasera, dopo la quale ci riserviamo ulteriori considerazioni, l’ascolto dell’esposizione di ieri in Commissione Regionale ci porta fin d’ora ad alcune domande.
Apprezziamo il lavoro molto puntuale e dettagliato della commissione incaricata, composta di esperti di chiara competenza, senza alcun rapporto né con la Regione né con AIPO, quindi, giustamente, indipendenti.
L’indagine non ha fatto emergere criticità nella gestione delle casse di espansione a monte, né incuria nella manutenzione superficiale, ma è stata individuata tra le possibili cause il fatto che gli argini siano “vecchi” e contengano materiali eterogenei.
E’ evidente quindi che il controllo visivo abitualmente svolto, anche grazie al prezioso supporto delle associazioni locali di Protezione Civile, può quindi rilevare soltanto criticità superficiali. Da queste prime riflessioni, i nostri interrogativi. Le autorità di bacino hanno condotto, in passato, verifiche che consentissero di far emergere questa debolezza nascosta dell’argine? Se sì, quali risultati avevano dato? E se invece no, per quale motivo?
In seconda battuta, la fragilità arginale emersa nel punto della rotta è da considerare una criticità puntuale, oppure diffusa su tratti più lunghi? In questo secondo caso, quali azioni devono essere messe in campo per minimizzare i rischi in futuro?
Queste domande, ma soprattutto le risposte sono importanti per Nonantola come per tutti i Comuni, e i loro cittadini, del nodo idraulico modenese, che ad ogni allerta tremano sperando che passi una volta di più senza lasciare danni sui territori.
Detto questo, la perizia esamina scientificamente i fatti e individua delle cause, poi però vengono le responsabilità. Non crediamo ai processi sommari, ma se la lettura dei fatti farà emergere delle mancanze, la magistratura dovrà intervenire e noi non potremo che schierarci, con sobrietà e convinzione, dalla parte della nostra comunità.