Infortuni lavoro, Cisl ER: dati drammatici, nonostante il lock down. Servono investimenti



“Gli infortuni sul lavoro, specie quelli mortali, restano una piaga insoluta anche nella nostra regione. Tant’è che i numeri complessivi, certo aggravati dalla tragedia della pandemia che nel 2020 nella sola Emilia Romagna ha causato oltre un quarto delle vittime, restano drammatici, specie se si considera dell’andamento a scarto ridotto delle attività produttive nel periodo del lockdown”.

Così Ciro Donnarumma, componente della Segreteria regionale Cisl, ha commentato l’analisi del sindacato di via Milazzo sugli infortuni sul lavoro in Emilia Romagna.

Nel 2020 le denunce di infortuni mortali sul lavoro sono aumentate del 12,2% rispetto all’anno precedente, da 106 a 119, di cui 37 ascrivibili al Covid-19, con il personale sanitario e assistenziale tra la quasi totalità di queste ultime  vittime. La maggior parte delle morti ha riguardato la provincia di Parma (14), seguita da Modena (7) e Bologna (5).

In generale, le denunce di infortunio in regione sono state 67.916, in diminuzione  (- 20%) rispetto al 2019, anno in cui erano state 84.941. I mesi nei quali il calo è stato più consistente sono stati naturalmente quelli del lockdown, in particolar modo aprile e maggio, tuttavia si rileva un preoccupante incremento degli infortuni con la riapertura delle aziende (novembre 2020 segna un +9,1%).

“Al di là dei proclami, la salute e sicurezza sul lavoro – sottolinea il sindacalista Cisl – continua a fare notizia solo in caso di infortuni mortali particolarmente eclatanti, per poi ricadere a riflettori spenti su un piano secondario e ‘sacrificabile’ in nome di altre priorità contingenti. Ciò è inaccettabile. E’ giunta l’ora di investire con decisione e convinzione sulla prevenzione, e l’occasione giusta potrebbe presentarsi proprio con le risorse di Next Generation”.

Ad ogni modo, i dati indicano con tutt’evidenza come il 2020 sia stato segnato inevitabilmente dalla pandemia anche nei luoghi di lavoro. Infatti, nel complesso, in Emilia Romagna, sono state 10.338 le denunce di infortunio sul lavoro per Covid-19, il 7,9% delle segnalazioni giunte all’INAIL a livello nazionale. Il 73,1% dei colpiti sono donne (più impegnate nei servizi alle persone). Il 23,8% delle denunce proviene dall’area metropolitana di Bologna, seguita da Reggio Emilia (13,7%) e Modena (13,6%).

Mentre la seconda ondata dei contagi sul lavoro ha colpito particolarmente Ravenna (l’incremento delle denunce è del + 67,6% rispetto a novembre 2020), Ferrara (+48,3%) e Rimini (+ 45,7%).

“Su questo versante, è necessario – continua il sindacalista – che le aziende facciano più attenzione ai protocolli e utilizzino i 250 mila test rapidi offerti dalla Regione per tracciare eventuali focolai nei luoghi di lavoro, anche sollecitando i medici competenti aziendali. Elemento fondamentale per limitare la diffusione del virus”.