Interrogazione Francesco Macchioni su situazione debitoria



La prima interrogazione presentata nel corso del Consiglio Comunale di ieri sera era a firma del Capogruppo della Lista Macchioni Francesco Macchioni, avente ad oggetto: “Situazione debitoria ereditata dalla precedente amministrazione, relativa all’ammontare dei tributi e delle entrate patrimoniali, che risultano non incassate e oggetto di contenzioso”.

“Si interroga la giunta su quanto segue, con riferimento alle entrate patrimoniali e tributarie non riscosse dal comune nel periodo 2014 /2019: a quanto ammonta l’entità del debito suddiviso per tipologia di entrate fiscali? La precedente amministrazione ha dato seguito a provvedimenti di ingiunzione fiscale per il recupero del credito? In questo caso, in che percentuale si è avuto esito favorevole? Quali altri provvedimenti, diretti alla riscossione, si è invece continuato a seguire per quelli con esito sfavorevole? A formare il monte titoli non riscossi sono presenti fattori che ne caratterizzano la inesigibilità? In questo caso, in che percentuale? A formare il monte titoli non riscossi hanno un ruolo i cittadini extracomunitari o comunque di nazionalità non italiana residenti nel comune? In questo caso, in che percentuali suddivise per tipologia di entrate fiscali? Quali modalità e procedure relative al recupero delle somme di denaro in stallo si vogliono mettere in atto da questa amministrazione? E’ previsto a favore del comune un risarcimento, in termini di interessi moratori, da parte di chi è stato oggetto di provvedimenti per il recupero del credito?

In questo caso, in che percentuale?”

Ha risposto la Vicesindaco Camilla Nizzoli.

“L’argomento affrontato è sicuramente delicato, soprattutto in questo periodo di crisi economica derivante dall’emergenza sanitaria in corso anche se occorre precisare sin da ora che le posizioni attualmente ancora da riscuotere risalgono ad annualità precedenti.

– Il primo quesito posto è quello relativo alla quantificazione del debito suddiviso per tipologia di entrate fiscali. Innanzitutto, la definizione è stata interpretata, nella convinzione di fornire un’informazione più esaustiva, in senso più ampio fornendo dati non solo sulle entrate tributarie (fiscali) ma anche sulle principali entrate correnti da privati, categoria ben più ampia che ricomprende le entrate delle sanzioni per violazioni al CDS e le entrate da rette per servizi erogati dall’ente o per affitti incassati dall’ente nella gestione del patrimonio immobiliare.

Per quanto riguarda le entrate tributarie, nel periodo considerato, quindi relativo alle annualità 2014-2019, si riportano i seguenti dati riferiti alle entrate IMU-TASI-TARI escludendo l’addizionale Irpef che per legge è riscossa dallo Stato.

La Tari è gestita a mezzo “bollettazione diretta” da parte dell’ente e quindi viene esposta per anno di competenza del tributo mentre invece l’IMU e la TASI essendo calcolate dal contribuente e contestate dal Comune solo successivamente in caso di mancato pagamento, si considerano le annualità nelle quali gli atti di accertamento sono emessi dal Comune e quindi in questo caso gli atti di accertamenti emessi tra il 2014 e il 2019 che si riferiscono ad anni di imposta precedenti.

Per le annualità più recenti la performance di riscossione è più bassa perché devono ancora essere svolte tutte le attività coattive che invece per le annualità più vecchie si è già avuto modo di espletare. Ciò vale per tutti i tributi ma anche per le altre tipologie di entrata.

Occorre inoltre tenere presente l’effetto importante del contenzioso tributario. Soprattutto questa tipologia di entrata è soggetta a contestazione (in particolare sui tributi immobiliari (ICI-IMU-TASI) da parte dei contribuenti che si vedono recapitare avvisi di accertamento. Il nostro sistema giuridico, consente infatti a cittadini ed imprese di rivolgersi ad un giudice qualora non siano d’accordo sull’operato della pubblica amministrazione in particolare in un campo così delicato come il pagamento delle imposte.

Da uno studio interno effettuato verso la fine del 2019 su richiesta dell’amministrazione, emergeva che il valore degli atti di accertamento la cui esistenza era soggetta al giudizio del giudice nei suoi vari gradi di giudizio ammontava a circa 3,2 milioni di euro. (riferita però in parte ancora dall’ICI.) Ad oggi l’importo può essere ipotizzato in una dimensione simile a quello sopra citato. Occorre tenere presente che, per questa tipologia di entrata non è ancora iniziata la riscossione coattiva e potrebbe essere addirittura un credito che, in tutto o in parte potrebbe essere anche eventualmente annullato da un giudice.

Per quanto riguarda le entrate Extra-tributarie, abbiamo, come premesso, le entrate da sanzioni al CDS, le rette scolastiche (che comprendono il servizio nido, la refezione scolastica, il trasporto scolastico e il servizio pre-post scuola) e gli affitti degli appartamenti comunali.

Per quanto riguarda le sanzioni del codice della strada si prendono a riferimento le sanzioni elevate dal Comando nel periodo oggetto dell’interrogazione mentre per quanto riguarda le altre categorie il periodo è riferito al momento di godimento del bene o del servizio a prescindere dalla sua bollettazione.

Rette scolastiche:

Per quanto riguarda questa tipologia di entrata, nel corso degli anni considerati l’importo “bollettato” è pari complessivamente ad €. 10.338.342,00. Di questo “bollettato” ne è stato riscosso un importo di €. 9.392.150,00.

Conseguentemente rimane un importo di €. 946.192,00 ancora da riscuotere.

Occorre precisare che per tutte queste annualità non è stata ancora effettuata la riscossione coattiva trattandosi della tipologia di entrata che effettivamente, da anni, è più in ritardo rispetto alle altre su questa attività.

Affitti:

Per quanto riguarda la riscossione degli affitti degli appartamenti comunali dati in uso a famiglie, nel corso degli anni considerati l’importo “bollettato” è pari complessivamente ad €.1.684.000,00. Di questo “bollettato” ne è stato riscosso un importo di €. 1.395.000,00. Conseguentemente rimane un importo di €. 289.000,00 ancora da riscuotere.

Anche per questa tipologia di entrata c’è molto da fare a livello di attività coattiva, attività che, come per quanto riguarda le rette scolastiche, pur considerando il momento storico che stiamo vivendo, è nel programma dell’amministrazione di provvedere a fare.

Sanzioni per violazioni dal CDS:

Per quanto riguarda la riscossione di questa entrata, occorre premettere che è quella per la quale l’attività di riscossione è stata di gran lunga quella espletata con la maggior tempestività rispetto alle altre tipologie di entrata. Nel corso degli anni considerati, le sanzioni emesse e le relative riscossioni risultano come dalla tabella che segue:

Di seguito si dà risposta agli altri quesiti posti nell’interrogazione:

– Nel corso del periodo riferito alla precedente amministrazione è stato dato seguito solo ad una parte delle ingiunzioni che era possibile avviare o che la precedente amministrazione ha ritenuto opportuno avviare. Considerata però l’entità degli importi non riscossi e sopra citati e la mancanza di un piano per la riscossione, è lecito presupporre che la precedente amministrazione non abbia dato alla riscossione degli importi dovuti e non incassati, la stessa importanza che gli viene invece attribuita da questa amministrazione, riscossione che si intende perseguire per rispetto soprattutto verso tutti quei cittadini che hanno pagato e pagano regolarmente, anche se con difficoltà, tributi e servizi.

– Per quanto riguarda i fattori che caratterizzano la inesigibilità delle entrata da riscuotere, ce ne sono di diverse tipologie e sono quelli tipici di tutti i crediti con particolare riferimento alle entrate degli Enti locali. Ci sono fattori di incapienza, di irreperibilità, di inesistenza del soggetto debitore (tipicamente per le persone giuridiche) ma ci sono anche fattori legati al dubbio sull’effettività del credito in particolare per quanto attiene ai tributi locali oggetto di contenzioso che spesso si protrae per diversi anni (si veda quanto riferito nella risposta al primo punto). Queste situazioni ovviamente si confondono ed è difficile distinguerle da quelle che si riferiscono invece a quei soggetti che, pur potendo pagare, non vogliono farlo e che cercano fin quando è loro possibile di nascondere il loro patrimonio sfruttando tutti i cavilli di legge, e ce ne sono tanti. Non essendo semplice distinguere le une dalle altre è meglio concentrarsi sulla percentuale di non pagato che invece, a prescindere dalla motivazione, è un dato oggettivo;

– Per quanto riguarda il ruolo dei cittadini stranieri, la componente riferita a questa particolare platea è sicuramente presente ma con dinamiche simili, anche se non esattamente, a quelle dei cittadini italiani. Non siamo in grado tecnicamente di dare dati precisi di questa specifica componente, ma quello che emerge è che in termini percentuali il “non pagato” relativo ai cittadini italiani è preponderante nella parte tributaria mentre è più alta la percentuale dei cittadini stranieri nel “non pagato” dei servizi. Ciò è dovuto sia al fatto che i tributi comunali sono più legati al possesso immobiliare (meno spiccato tra gli stranieri) e che mediamente i cittadini stranieri, soprattutto provenienti dall’Africa, hanno in media più figli degli italiani e ciò comporta, in proporzione un maggior debito iniziale tra questa parte della popolazione per quanto riguarda i servizi scolastici.

– Si chiede inoltre se sia prevista l’applicazione di interessi moratori nel caso di mancato pagamento. La risposta a questo quesito non è univoca. La risposta è sicuramente positiva per quanto riguarda le entrate tributarie in quanto ciò è codificato da specifiche norme di legge, mentre per i servizi gli interessi sono applicabili solo dopo la formale messa in mora alla quale si procederà secondo programma.

– Si chiede infine quali siano le modalità di recupero che questa amministrazione vuole mettere in atto. In merito a questo argomento, occorre precisare che l’amministrazione ha un progetto, necessariamente di medio periodo, che punta al potenziamento dell’attività di riscossione. Tale potenziamento passa principalmente attraverso la progressiva accelerazione delle tempistiche di accertamento e riscossione delle entrate. Occorrerà infatti un tempo non breve per rendere più celere la tempistica, sicuramente attualmente troppo lunga, soprattutto per quanto riguarda le entrate dei servizi ed in seconda battuta per quelle tributarie, mentre andrà sostanzialmente confermata quella attuata per le sanzioni da CDS. Influiscono sulla realizzazione di questo piano, sia la situazione generale attuale dal punto di vista economico, dipendente dal blocco delle attività per la “pandemia”, sia conseguenti norme di legge, quali le sospensioni delle attività di riscossione e la conseguente eventualità che venga presa dal Governo, la decisione di introdurre un condono fiscale a livello nazionale che, come avvenuto in passato, potrebbe essere declinato anche a livello comunale.

Questa situazione potrà rendere necessario adeguare nel tempo il progetto ma non sposterà la volontà di arrivare agli obiettivi di velocizzazione, semplificazione e standardizzazione di questi complessi processi amministrativi con l’obiettivo politico-amministrativo di ridurre al minimo il fenomeno della evasione delle entrate comunali per avvicinarlo sempre più a quella che comunemente viene definita “morosità incolpevole”.

Il messaggio politico deve essere chiaro a tutti: “nessuno verrà lasciato indietro, ma chi può, deve pagare.”