Ricercatori della Sezione Sanità Pubblica del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze (DBMN) dell’Università di Modena e Reggio Emilia in consorzio con due start-up, una milanese ed una ravennate, cui ha offerto collaborazione anche l’Azienda Sanitaria Locale di Reggio Emilia, partecipano ad un Progetto europeo, finanziato dall’ESA (European Space Agency), che intende mettere a frutto le tecnologie satellitari per la lotta contro il COVID-19, implementando in Italia questi servizi in favore delle comunità locali e di altre aree geografiche e paesi, che devono affrontare sfide eccezionali simili.
Il progetto di ricerca, denominato “EPICO19” (the EPIdemiological and logistics COvid19 model), si propone di studiare la distribuzione geografica dell’epidemia in un ambito territoriale definito, i suoi fattori di rischio demografici e ambientali, quali la mobilità e l’inquinamento ambientale, rilevati attraverso i sensori satellitari, nonché le sue tendenze evolutive nel medio-lungo periodo. L’area di indagine scelta dai proponenti, e approvata da ESA, è quella della provincia di Reggio Emilia.
E’ di questi giorni l’annuncio che il progetto che coinvolge Unimore ha superato positivamente la selezione prevista dal bando da 10 milioni di euro lanciato in primavera da ESA e chiusosi il 20 aprile 2020 con la presentazione di circa 130 progetti da parte di molti enti ed istituzioni europee (https://www.esa.int/Applications/Telecommunications_Integrated_Applications/Space_in_response_to_COVID-19_outbreak)l, la cui finalità era dimostrare il vantaggio fornito dall’utilizzo di risorse spaziali (come comunicazioni satellitari, osservazione della Terra, navigazione satellitare o tecnologie di volo spaziale umano) integrate con altre tecnologie innovative per rispondere alle attuali circostanze straordinarie.
Sono ventiquattro i progetti accolti (https://www.asi.it/2020/10/covid-19-al-via-i-primi-progetti-per-sperimentare-le-tecnologie-spaziali-nel-contrasto-alla-pandemia/), tra i cui presentatori compaiono alcune istituzioni italiane particolarmente attive nella lotta e nella ricerca contro l’epidemia COVID-19 quali l’Ospedale Pediatrico “Gaslini” di Genova, il Policlinico Universitario Fondazione “Agostino Gemelli” e l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, entrambi a Roma, e l’Ospedale “Luigi Sacco” di Milano.
“A tali Enti – dichiara con soddisfazione il Prof. Marco Vinceti di Unimore – si affianca ora Unimore, mediante il suo DBMN, quale responsabile della componente sanitaria del progetto, nell’ambito di una stretta collaborazione con l’AUSL di Reggio Emilia, che rafforza ulteriormente i forti legami scientifici già esistenti con tale istituzione in numerosi ambiti sanitari”.
Il bando europeo dal titolo “Spazio in risposta all’epidemia di COVID-19”, lanciato in collaborazione con il Ministero italiano per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione e la Presidenza del Consiglio dei Ministri e col supporto dell’Agenzia spaziale italiana, era un invito rivolto ad aziende a forte tasso di innovazione tecnologica a presentare le loro idee per la distribuzione e la dimostrazione di servizi per rispondere all’emergenza che l’Europa, e in particolare l’Italia, sta affrontando a causa della diffusione del coronavirus, facilitando l’emergere di progetti dedicati all’implementazione e alla dimostrazione di servizi pre-operativi che affrontano i temi della sanità o dell’istruzione.
Unimore, attraverso i suoi igienisti Prof. Marco Vinceti e Dott. Tommaso Filippini del DBMN, lavorerà in consorzio con una start-up innovativa di Milano per la gestione di dati ambientali, TerrAria, leader del progetto in quanto piccola/media impresa ai sensi del bando ESA, ed una start-up di gestione di immagini satellitari ad altissima definizione e di georeferenziazione, Studiomapp di Ravenna.
Compito del Consorzio e del progetto EPICO19 è valutare come le risorse satellitari del sistema Copernicus di ESA e della sua rete di satelliti Sentinel possano contribuire a studiare, contenere e prevedere l’evoluzione attuale e futura della infezione da SARS-CoV-2 e della patologia COVID-19 ad essa associata, con particolare riferimento all’uso delle immagini satellitari per lo studio dei flussi di traffico e della mobilità e distanziamento individuale, la fotografia satellitare ad altissima risoluzione, la georeferenziazione attraverso il sistema europeo Galileo, e l’analisi delle emissioni di contaminanti da traffico veicolare e trarre vantaggio da una intensa attività di ricerca contro il COVID-19 sviluppatasi in questi mesi all’interno dell’Ateneo, grazie alle collaborazioni con la Sezione di Fisiologia del DBMN, Prof. Jonathan Mapelli e Prof. Giuseppe Pagnoni, con la Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e segnatamente con la sua Direttrice Prof.ssa Cristina Mussini e col Prof. Giovanni Guaraldi, con l’Ingegneria Ambientale-Sanitaria del DIEF–Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, Prof.ssa Grazia Ghermandi e Prof. Sergio Teggi, col DISMI-Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria, Prof.ssa Rita Gamberini e Prof. Marco Mamei, ed infine con istituzioni estere quali la Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Boston (USA), Prof. Kenneth Rothman, ed il Dipartimento di Salute Globale dell’Istituto Karolinska di Stoccolma (Svezia), Prof. Nicola Orsini.
“Per la realizzazione del progetto EPICO19 – aggiunge il Prof. Marco Vinceti di Unimore – rafforzeremo altresì la stretta collaborazione in ambito scientifico già esistente con l’Azienda Sanitaria Locale di Reggio Emilia, che si è resa disponibile a testare sul territorio reggiano il <prodotto> di analisi, contrasto e previsione del COVID-19 basato sui dati satellitari ESA, grazie alla sensibilità dei suoi Direttori Generali Dott. Fausto Nicolini, prima, e successivamente Dott.ssa Cristina Marchesi”.
La collaborazione dell’AUSL di Reggio Emilia al progetto prevede lo stretto coinvolgimento della sua Unità di Epidemiologia, diretta dal Dott. Paolo Giorgi Rossi e molto attiva nella ricerca epidemiologica nei confronti del COVID-19, e del Dipartimento farmaceutico, diretto dalla Dott.ssa Federica Gradellini.
“Questo prestigioso finanziamento – commenta il Direttore del DBMN di Unimore Prof. Michele Zoli – è il riconoscimento della grande qualità e innovatività del gruppo del prof. Vinceti e dimostra come sia possibile coniugare, ai massimi livelli, eccellente ricerca di base, utilizzo delle tecnologie più avanzate e soluzioni di grande portata per la società”