Vìolano la normativa anti Covid: 55 denunce tra Bologna e provincia



Durante il fine settimana, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna hanno identificato 2.218 persone durante i controlli del territorio, con particolare attenzione alle “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, come previsto dalla normativa sul Nuovo coronavirus. Purtroppo, nonostante le continue raccomandazioni sui comportamenti sociali da tenere per evitare la diffusione del virus, ci sono persone che continuano a violare la normativa, non per superficialità, ma di proposito, come accaduto a Bologna e in altri comuni della Provincia, dove i militari hanno sanzionato 55 persone.

A Bologna, un 25enne albanese che stava camminando in Piazza Verdi senza la mascherina, di fronte alla richiesta dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di indossare il dispositivo di protezione, invece di scusarsi e ottemperare all’invito, li ha insultati e presi a calci. Il 25enne è stato denunciato per resistenza a un pubblico ufficiale.

Un fatto analogo è accaduto in via delle Belle Arti, dove una studentessa universitaria di 20 anni ha insultato i militari della Compagnia Carabinieri Bologna Centro e del 5° Reggimento Carabinieri Emilia Romagna, che l’avevano gentilmente invitata a indossare la mascherina. La studentessa è stata denunciata per oltraggio a un pubblico ufficiale.

Altri fatti di rilievo sono accaduti in Provincia di Bologna. A Gaggio Montano (BO), i Carabinieri della locale Stazione e delle Stazioni Alto Reno Terme (BO) e Lizzano in Belvedere (BO), hanno sanzionato una ventina di giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni che, sprovvisti della mascherina di protezione, avevano organizzato una festa nei pressi di un’abitazione. A Vergato (BO), infine, una venditrice ambulante di 42 anni, italiana, ha fornito delle generalità false ai Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile che la stavano sanzionando perché non voleva indossare la mascherina di protezione, nonostante il suo lavoro di venditrice ambulante che la porta in contatto con la gente. La donna dovrà rispondere di false dichiarazioni sull’identicità o su qualità personali proprie o di altri.