‘Nel lago del Cor’ di e con Danio Manfredini anteprima della stagione di prosa 2020/2021 del Teatro Herberia



Martedì 20 ottobre, alle ore 21, al Teatro Herberia di Rubiera, Danio Manfredini presenta in anteprima Nel lago del Cor, spettacolo che lo vede in scena insieme al musicista Francesco Pini.

Lo spettacolo anticipa e apre la stagione di prosa 2020/2021 del Teatro Herberia, ideata e promossa da La Corte Ospitale: una stagione che mette al centro la comunità con proposte contemporanee e multidisciplinari, tra best of e nuovi allestimenti.

Carrozzeria Orfeo, Giuliana Musso, Oscar De Summa, Babilonia Teatri Silvia Gribaudi, Leonardo Lidi, Sotterraneo tra i protagonisti degli undici spettacoli in cartellone fino al 9 aprile 2021.

“Usciamo oggi con la stagione 2020/2021 del Teatro Herberia – afferma Giulia Guerra, direttrice di Corte Ospitale – che prende il via il 20 ottobre con l’anteprima del nuovo spettacolo di Danio Manfredini, Nel lago del cor, che debutterà nel fine settimana a Torino, all’interno del prestigioso festival delle Colline Torinesi. La stagione proseguirà fino ad aprile 2021 con un susseguirsi di nuove produzioni della Corte Ospitale e spettacoli di altre produzioni, tra best of e nuovi allestimenti in via di debutto. Una stagione ricca di appuntamenti, per darci l’opportunità di ribadire il ruolo fondamentale che deve avere il teatro se si mette al servizio delle comunità, in questo momento storico in cui davvero avvertiamo da più parti pericoli oggettivi se non troviamo il modo di riunirci intorno al senso profondo della vita, all’interno della quale la cultura deve avere un ruolo imprescindibile. Apriamo il teatro – prosegue Giulia Guerra, direttrice di Corte Ospitale – con una stagione di lungo respiro, che non si ferma a dicembre per poi vedere come andrà, ma che arriva ad aprile, perché sia comprensibile il senso dell’arco delle nostre riflessioni e delle nostre scelte, che hanno necessariamente uno sguardo progettuale e lungo.

Apriamo il teatro nel rispetto delle norme di sicurezza, mettendo in campo tutte le restrizioni necessarie perché questo, che è per noi un luogo di lavoro, sia nella realtà un luogo sicuro per artisti, maestranze e pubblico.

Apriamo il teatro oggi per ribadire come il teatro sia un luogo necessario, dove la comunità può ritrovarsi e ritrovare il senso e la poesia del nostro vivere quotidiano.”

 

Martedì 20 ottobre (fuori abbonamento), alle ore 21, Danio Manfredini presenta in anteprima Nel lago del Cor, spettacolo che lo vede in scena insieme al musicista Francesco Pini, produzione La Corte Ospitale.Uno spettacolo che affronta il tema del lager, un lavoro che Manfredini dedica ai sopravvissuti perché “le loro parole sono state una guida e lo dedico come un requiem a tutti coloro che sono morti in quei lager senza lasciare traccia”. Il sonno è abitato dai fantasmi che tornano, un uscire dal lager per rientrarci continuamente in un incubo ricorrente, quando di notte il presente del sonno e il passato si condensano nel sogno in una dimensione fatta di miseria, morte, pioggia, neve, freddo, paura… Il deportato appare come un fantasma, figura onirica, il giovane che era nel lager.

Un soldato liberatore del lager appare nel sogno con le sembianze di un angelo accompagnatore per rientrare in quell’inferno: con la musica, il canto, la presenza, rende più sopportabile l’entrata in un mondo duro che contempla in continuazione la vita come la morte.

Il deportato cade lì, in quel varco della coscienza, un buco nero che ha accompagnato l’esperienza di molti sopravvissuti ai lager, segnati in seguito da quella che fu definita “sindrome da campo di concentramento”.

Le parole del deportato sono stralci di dialoghi, frasi salvate dalla memoria, suoni di lingue diverse in una strana Babele e si intrecciano alle canzoni dell’angelo che eleva il lamento umano alle sfere celesti.

Nella pittura che viaggia sempre sul fondale con un flusso inarrestabile di immagini, si imprimono le selezioni, il lavoro forzato, le camere a gas, i crematori… il viaggio nell’immaginario prende forme acquarellate, bianchi, neri ma anche colori più decisi, forme più materiche, a tratti lisergiche e fanno da motore al movimento fisico del deportato che sembra spinto dal vento, dalla pioggia, dagli spari o dal silenzio.

Le parole recitate, la musica, la danza, la pittura sono sempre insieme, stratificate. È Il tentativo di raccogliere in questa rete le emozioni, attraverso i poveri mezzi del teatro, e la complessità di quell’esperienza umana.

 

La stagione si apre con quattro spettacoli prodotti da La Corte Ospitale.

Il 21 novembre 2020 in scena Vivere è un’altra cosa della Compagnia Oyes, un racconto a cinque voci di questo tempo sospeso. Una condivisione delicata e autoironica di momenti quotidiani che hanno messo in discussione alcuni aspetti fondanti delle nostre identità. Una coproduzione Oyes, La Corte Ospitale.

Il 12 dicembre 2020 Giuliana Musso, dopo il debutto alla Biennale di Venezia, presenta a Rubiera Dentro. Una storia vera, se volete, uno spettacolo sull’occultamento della violenza, un piccolo omaggio teatrale alla verità dei figli.

Il 21 dicembre 2020 torna sul palco del Teatro Herberia Oscar De Summa con Da Prometeo. Indomabile è la notte, che lo vede in scena con Marina Occhionero, Luca Carbone e Rebecca Rossetti. Continua la ricerca di De Summa che indaga la contrapposizione costante tra cronaca e quotidiano, tra fatti apparentemente privi di peso e tutto l’indicibile della vita che può trovare come unico conduttore la potenza della poesia, rendendo così l’uomo un collegamento tra cielo e terra. Una coproduzione Teatro Metastasio di Prato, Arca Azzurra e La Corte Ospitale.

Il 10 gennaio 2021 in scena La Città Morta, diretta da Leonardo Lidi, con Christian La Rosa, Mario Pirrello e Giuliana Vigogna, una coproduzione Teatro Stabile dell’Umbria e La Corte Ospitale. Lidi sfida il testo e la nomea teatrale dell’autore per permettere a se stesso e allo spettatore un personalissimo viaggio tra inaspettato divertimento e pura poesia. Lo spettacolo ha debuttato alla Biennale di Venezia 2020.

Il 18 gennaio 2021 la stagione prosegue con Graces: Silvia Gribaudi torna a Rubiera, con uno spettacolo già pluripremiato, a trasformare in modo costruttivo le imperfezioni elevandole a forma d’arte con una comicità diretta, crudele ed empatica in cui non ci sono confini tra danza, teatro e performing arts. In scena anche i danzatori Siro Guglielmi, Matteo Marchesi, Andrea Rampazzo. Produzione Zebra.

Il 1 febbraio 2021 il Teatro Herberia ospita Miracoli Metropolitani, ultimo spettacolo di Carrozzeria Orfeo. Miracoli metropolitani è il racconto di una solitudine sociale e personale dove ogni uomo, ma in fondo un’intera umanità, affronta quotidianamente quell’incolmabile vuoto che sta per travolgere la sua esistenza. Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini.

Il 23 febbraio 2021 Babilonia Teatri presenta Giulio, con Ramy Essam, Enrico Castellani e Amani Sadat, uno spettacolo su Giulio Regeni,in cui ci si interroga sulla nostra debolezza, sulla debolezza di uno Stato che non sa dare delle risposte trasparenti. Per non smettere di essere cittadini liberi in uno stato libero. Produzione Teatro Metastasio di Prato

La stagione prosegue il 5 marzo 2021 con I Figli della frettolosa della Compagnia Berardi Casolari, uno spettacolo che affronta il tema della cecità e del significato più ampio che ha oggi la parola “vedere”. In scena Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari, Ludovico D’Agostino, Flavia Neri insieme al coro di attori non vedenti e ipovedenti nato di volta in volta dal laboratorio su piazza.

Il 19 marzo 2021 Sotteraneo presenta Overload, uno spettacolo sull’attenzione e sulla distrazione, Premio Ubu Spettacolo dell’anno 2018, con Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini.

La stagione si conclude il 9 aprile 2021 con Antenne: lo spettacolo è il frutto del lavoro creativo dell’artista o gruppo artistico selezionato a novembre 2020, a seguito del bando di Corte Ospitale. Uuno spettacolo legato al tempo presente, prevederà una nuova relazione con gli spazi e con gli spettatori e l’utilizzo di linguaggi innovativi della scena contemporanea nella direzione della multidisciplinarietà e della contaminazione.