Parte il prossimo giovedì 15 ottobre e durerà 3 settimane il progetto “Conoscenze” (Prog. n. 2550 finanziato dal Ministero dell’Interno con fondi FAMI per la formazione linguistica italiana dei cittadini di Paesi terzi), progetto che intende intervenire sulla tematica della conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri come veicolo di interazione e dialogo con le comunità e i territori.
Osserva Alessandro Santoni, Sindaco di San Benedetto Val di Sambro «Ritengo che conoscere la nostra lingua sia il primo passo di una reale integrazione. Questo percorso formativo, realizzato dal CPIA Montagna, che ringrazio, propone percorsi rivolti a cittadini stranieri adottando metodologie che abbiano una ricaduta diretta sui partecipanti rispetto all’acquisizione di competenze linguistiche necessarie per il loro inserimento nella nostra società, e che per loro sarà fondamentale per avviare processi di interazione, socializzazione e costruzione di legami sociali».
Le lezioni sono state organizzate da Alessandro Borri per conto del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti dell’Appennino. Si tratta di un corso che durerà tre settimane, e che prevede due lezioni alla settimana di tre ore l’una che si terranno al mattino nella sala Eolo di San Benedetto, nel pieno rispetto delle norme per la prevenzione della diffusione dei contagi da Coronavirus, adottando i medesimi protocolli vigenti per le scuole.
Come spiega per l’appunto Alessandro Borri, «Sul territorio dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese la collaborazione pluriennale tra Cefal Emilia Romagna e CPIA Montagna ha permesso l’attivazione di numerosi percorsi innovativi di didattica dell’italiano anche a distanza nel periodo di confinamento per Covid, permettendo la non interruzione del delicato dialogo tra istituzioni, scuola, formazione e cittadini, volti alla costruzione di comunità solidali ed accoglienti verso persone in situazione di vulnerabilità e fragilità».
Parallelamente, assieme alle ACLI della neo presidente Chiara Pazzaglia, si sta studiando la possibilità di attivare, per le ore di lezione, un servizio di conciliazione dei tempi di formazione e di vita, mettendo a disposizione un’educatrice che si occuperà – sempre in tali spazi – dei figli dei partecipanti.