Quella che sembra l’attività per la quale la criminalità bolognese è specializzata, il 27 agosto ha subito un ulteriore duro colpo da parte delle Forze di Polizia quando, alle prime ore dell’alba, la Squadra Mobile della Questura di Bologna e i Carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia di Bologna – Borgo Panigale hanno eseguito 7 fermi di indiziati di delitto, emessi dalla Procura della Repubblica di Bologna, nei confronti di altrettanti appartenenti ad una banda criminale specializzata nell’assalto ai bancomat.
L’attività d’indagine scaturisce da una proficua attività di osmosi investigativa avvenuta con l’omologo Ufficio della Questura di Pistoia, provincia nella quale il gruppo, già nel mese di gennaio, si rendeva responsabile del furto di un’Alfa Romeo Giulietta e di due targhe appartenenti ad altra autovettura dello stesso tipo. All’interno della Giulietta rubata e poi abbandonata nella fuga dai malviventi, venivano rinvenuti degli strumenti da scasso del tutto corrispondenti a quelli utilizzati dalla criminalità bolognese per gli assalti ai bancomat, conosciuti bene dalla Squadra Mobile di Bologna, che già in passato si era occupata di indagini contro le c.d. bande dei bancomattari.
Gli elementi raccolti in quella occasione ed i successivi accertamenti permettevano di affermare che una batteria criminale di stanza a Bologna fosse attiva ed operante, potendone anche ricondurre l’attività a diversi eventi delittuosi registrati in ambito regionale, nonché in altri luoghi del territorio nazionale.
Veniva quindi avviata un’intensa attività d’indagine da parte dell’Ufficio Investigativo della Questura di Bologna, condotta anche con l’ausilio di diversi strumenti tecnologici, che venivano a mano a mano implementati e rimodulati, anche a causa delle ripetute attività di “bonifica” svolte dai componenti del gruppo criminale, al fine di eludere il loro monitoraggio da parte delle Forze dell’Ordine.
Si aveva dapprima riscontro di diversi sopralluoghi svolti dagli appartenenti alla banda, prodromici all’individuazione dei possibili obiettivi da colpire, in particolare nel bellunese e nella Provincia di Padova, con ripetute soste presso vari ATM di istituti di credito, finalizzati a vagliarne le caratteristiche e la fattibilità.
Grazie agli elementi raccolti nell’indagine, è stato possibile contestare la commissione di numerosi episodi di tentativi di effrazione e di assalti tramite materiale esplosivo ai danni degli sportelli ATM, tra cui i più recenti episodi ai danni della Emil Banca di Monzuno (BO) del 3 luglio, dell’UBI Banca di Lunano (PU) del 7 agosto e quello consumato ai danni della Banca di Imola – loc. Spazzate Sassatelli (BO) il 22 agosto.
La “batteria“ ha posto in essere una nuova strategia, precisamente quella di asportare una vettura da utilizzare per ogni “colpo”, abbandonando tale veicolo dopo la consumazione dello stesso. Tale tattica evita l’impiego di un’autorimessa, con la conseguente eliminazione del rischio dell’individuazione della stessa, attività che in più occasioni ha permesso in passato di smantellare le associazioni criminali dedite a tale attività.
Altro particolare è che le autovetture utilizzate risultano sempre essere delle Alfa Romeo Giulietta, con cui il gruppo criminale ha consolidato una tecnica di asportazione altamente professionale, agendo sulla centralina di accensione della macchina.
I provvedimenti restrittivi sono il risultato di due differenti indagini, l’una condotta dall’ufficio investigativo della Polizia di Stato direttamente nei confronti dei responsabili degli assalti ai bancomat, l’altra condotta dall’Arma dei Carabinieri, che sebbene in altro contesto, ha fornito utili elementi a riprova di quanto già raccolto nei confronti della maggior parte degli appartenenti al gruppo.
Caratteristica dimostrata dalla banda criminale è quella di essere estremamente osmotica circa la capacità di rimodulare i partecipanti ai diversi colpi, in relazione alle esigenze logistiche ed operative, nonché in conseguenza dei dissidi interni registrati tra alcuni dei suoi componenti.
C.G., di anni 47, è risultato esserne il capo e fulcro centrale. Al suo fianco operava il fratello minore L.G..
A.D.B., di anni 71, anch’egli presente quasi in tutti i fatti contestati, svolgeva il ruolo di staffetta, supporto e soccorso, sia durante il furto della Alfa Romeo Giulietta da utilizzare, sia durante la consumazione del colpo.
Altro soggetto a pieno titolo nella compagine criminale, con un ruolo di estrema rilevanza, è quella di M.F., di anni 49, che si è occupato anche di trasportare il materiale utilizzato per manomettere e far esplodere il bancomat, svolgeva un ruolo attivo ed operativo durante la consumazione degli assalti.
G.S., di anni 30, si è occupato dei sopralluoghi ed ha partecipato ad uno dei tentativi di assalto, per poi essere allontanato dal gruppo a causa degli scontri avuti con C.G..
G.B., di anni 46, ha fatto registrare la sua partecipazione in un’unica occasione, in sostituzione di uno dei soliti componenti, momentaneamente allontanato dal gruppo perché ritenuto troppo sotto la lente di ingrandimento da parte delle Forze dell’Ordine.
Stabile partecipante a tutti gli episodi contestati è L.G., le cui esatte generalità si accertavano proprio durante il suo arresto, dal momento che lo stesso era latitante sin dal mese di marzo di quest’anno, perché sottrattosi all’esecuzione di altra misura restrittiva emessa nei suoi confronti, derivante da una passata attività d’indagine della Squadra Mobile di Bologna del 2017, riguardante una serie di rapine a istituti bancari.
Durante le perquisizioni eseguite dalla Squadra Mobile di Bologna nelle abitazioni dei due dei principali indagati è stata rinvenuta e sequestrata, oltre che un’autovettura utilizzata come staffetta, numerosissimi strumenti utilizzati dalla banda criminale per l’effrazione delle bocchette dei bancomat, circa 3 kg di sostanze chimiche in polvere di diversa natura, utilizzate per confezionare miscele esplosive, nonché 8 strumenti artigianali chiamati “marmotte o “palette”, tra cui uno pronto per essere utilizzato e quindi carico di esplosivo – per la cui messa in sicurezza è stato necessario l’intervento specializzato dell’Unità Artificieri della Polizia di Stato.
Al termine delle operazioni, gli arrestati sono stati associati presso la locale Casa Circondariale, ad eccezione di G.S. rintracciato a Rimini, tutti in stato di isolamento.