Dall’acquisto di api e attrezzature per l’apicoltura, ai servizi per i laboratori e il miglioramento della qualità del miele. Sono alcuni degli interventi finanziati dal bando approvato in questi giorni dalla Giunta regionale, che stanzia 555 mila euro a favore degli apicoltori emiliano-romagnoli. Andando nel dettaglio, si va dall’acquisto di interi sciami di api e famiglie con regine per favorire il ripopolamento degli alveari minacciati dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici e dall’uso scorretto dei prodotti chimici per la difesa delle colture; al sostegno alle analisi di laboratorio per il miglioramento della qualità del miele.
E poi ancora l’ammodernamento delle attrezzature per la conduzione degli apiari, i laboratori di smielatura e per praticare il nomadismo, cioè lo spostamento delle arnie sul territorio seguendo le fioriture stagionali; l’applicazione di nuovi metodi di lotta contro le malattie delle api; il potenziamento dell’assistenza tecnica e dell’aggiornamento professionale.
Le risorse danno attuazione al piano di aiuti 2020/2021 per il settore, secondo step del Programma regionale triennale 2020-2022 che ha stimato un fabbisogno complessivo che sfiora i 3 milioni di euro nel prossimo triennio. Metà delle risorse sono di provenienza comunitaria, l’altra metà è resa disponibile dal Governo italiano. Il budget per il 2020 è stato calcolato in base al numero di alveari presenti in Emilia-Romagna a fine 2019: 122.590 quelli censiti dall’Anagrafe apistica nazionale.
“L’apicoltura ha una crescente importanza economica in Emilia-Romagna- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura a agroalimentare Alessio Mammi -. Quest’anno gli effetti negativi della crisi Covid sul mercato e le avversità climatiche, con le gelate di fine marzo che hanno determinato una produzione a macchia di leopardo, hanno colpito anche questo settore. Soprattutto le piccole aziende, che rappresentano la maggioranza tra gli apicoltori, hanno risentito del lockdown e del conseguente blocco del mercato. Il bando a cui diamo il via è uno degli strumenti primari per sostenere il settore nel segno della qualità e della tipicità della produzione, così come la legge regionale che ha rafforzato le misure di tutela delle api come sentinelle dell’ambiente.”
Le domande vanno presentate attraverso la piattaforma informatica di Agrea (Sop) entro il 19 novembre 2020. Gli aiuti sono rivolti ad apicoltori singoli anche in forma societaria o cooperativa, alle associazioni apistiche, organizzazioni di produttori e, in parte, anche a enti e istituti di ricerca. I contributi si riferiscono a spese sostenute nel periodo 1° agosto 2020-31 luglio 2021 e le percentuali di aiuto variano dal 50% al 100% a seconda della tipologia dell’intervento.
La ripartizione dei finanziamenti
La tranche più sostanziosa dei fondi del bando 2020/2021 è riservata agli interventi di assistenza tecnica e ai servizi di supporto tecnico-specialistico (circa 287 mila euro), in cui rientrano anche i contributi per l’acquisto di attrezzature per la conduzione degli apiari e per la lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti dell’alveare (miele, polline, propoli, pappa reale e cera d’api). A seguire, in ordine di importo decrescente, figurano gli aiuti per l’acquisto di attrezzature per favorire la transumanza e la creazione di una banca dati regionale per la mappatura delle aree nettarifere e la georeferenziazione degli apiari (oltre 76 mila euro); gli interventi di lotta alle malattie dell’alveare (oltre 73 mila euro); le misure di sostegno ai laboratori di analisi su prodotti dell’apicoltura (oltre 52 mila euro) e ai progetti di ricerca (50 mila euro). Infine, i contributi per l’acquisto di materiale apistico vivo, nuclei e famiglie di api con regine (10 mila euro) e per il miglioramento della qualità mediante azioni di valorizzazione e informazione dell’apicoltura e dei suoi prodotti (oltre 5 mila euro).
Entro il 4 marzo 2021 saranno approvate le graduatorie regionali suddivise per misura, con priorità a favore di giovani, conduzione dell’attività apistica a titolo prevalente, biologico e produzioni integrate, assistenza tecnica, azioni collettive per la lotta alle malattie, e aziende che abbiano subito danni all’allevamento delle api e alla produzione a seguito di misure sanitarie che prevedono la soppressione delle famiglie di api, mortalità di api a seguito di avvelenamenti da fitofarmaci, condizioni climatico-ambientali avverse.