Sisma, l’Emilia accelera sulla ricostruzione: in un anno salgono a 1 miliardo (+84%) i contributi liquidati per il ripristino delle case, a 504 milioni (+105%) quelli per le imprese



    Presentazione-bilancio-sismaL’Emilia accelera nella ricostruzione post sisma. Nell’ultimo anno, da aprile 2015 a aprile 2016, sono aumentati dell’84% i contributi già erogati per risistemare le abitazioni private, arrivati a poco meno di 1 miliardo di euro, e del 105% quelli destinati alle imprese, saliti a 504 milioni. Un ulteriore passo in avanti, in quattro anni di lavoro, per una ricostruzione certificata dai 19 mila cittadini già rientrati nelle loro case, da 8 nuclei su 10 tornati alla normalità e usciti da misure dirette di sostegno e dai cantieri per case (sono complessivamente 10.585 quelle ripristinate) e imprese (nessun posto di lavoro perso, continuità operativa garantita a 1.680 aziende) che procedono veloci. Oltre a un quadro normativo generale che si completa con importanti provvedimenti economici e amministrativi di Governo e Unione europea, dalle Zone franche urbane istituite grazie al Decreto enti locali 78/2015 (39,2 milioni di euro di esenzioni fiscali per 1.770 micro-imprese nei centri storici di 20 Comuni) alla proroga ottenuta dalla Ue fino a fine 2018 per la ricostruzione delle imprese agricole. Il tutto per un risultato oggettivo: il cratere, il perimetro dell’area ribaltata dalle scosse del 20 e 29 Maggio 2012, che si ritira, con 25 Comuni che hanno praticamente completato la ricostruzione o che sono in procinto di farlo.
    Si riduce quindi il territorio nel quale concentrare gli sforzi, puntando ora alla ricostruzione dei centri storici, lungo una strada tracciata, che è quella del recupero di piazze e luoghi e non di certo quella delle new town, di nuovi centri urbani diffusi nel territorio.
    È questa, in sintesi, la situazione della ricostruzione in Emilia a quattro anni dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012, illustrata oggi dal presidente della Giunta regionale e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore alla Ricostruzione, Palma Costi. Terremoto  che ha investito le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia colpendo, nello specifico, 54 comuni e i 4 capoluoghi. A questi si aggiungono i 48 comuni limitrofi che hanno subito solo danni ad alcuni edifici.
    «In questi numeri della ricostruzione c’è tutto lo sforzo e il lavoro dei cittadini, delle istituzioni, del mondo produttivo ed economico e delle realtà associative per rendere questa striscia di terra dell’Emilia, in cui si produceva il 2% del Pil nazionale, più bella, più sicura ed economicamente ancora più competitiva di prima», ha evidenziato il presidente Bonaccini. «Ora- ha aggiunto- ci concentreremo sul ricostruire i centri storici che rappresentano l’identità delle nostre comunità: è questa la sfida importante, anche simbolica, che ci resta da vincere. Fu giusta e meritoria la decisione di Vasco Errani, cui va il nostro grazie: le persone avrebbero dovuto tornare a lavorare, studiare, pregare, incontrarsi dove lo facevano prima delle terribili scosse di quattro anni fa. C’è ancora tanto da fare ma questa terra, statene certi, tornerà più forte, più bella e sicura di prima».
    Ad oggi per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese sono stati concessi contributi per oltre 2,8 miliardi di euro, con le somme effettivamente liquidate arrivate appunto a 1,5 miliardi di euro.
    Anche la ricostruzione pubblica procede, con le strutture e i beni architettonici presenti nei centri storici. Sono già disponibili fondi per 1,06 miliardi (rispetto al miliardo e 664 milioni di danni stimati). I progetti degli interventi presentati rappresentano l’84% di quelli attualmente inseriti nella programmazione del Commissario: di questi, circa la metà risultano in fase di gara d’appalto o di esecuzione. 60 dei 134 soggetti attuatori hanno avuto il 100% delle risorse necessarie per la ricostruzione dei beni pubblici.
    Ad affiancare la ricostruzione pubblica sono intervenute anche le risorse legate a donazioni dei cittadini, di aziende e quelle realizzate con i proventi di importanti eventi. In totale, sono stati finanziati 76 progetti, per 33,5 milioni di euro, con oltre 32 milioni di euro derivanti da donazioni. A queste si sommano quelle ricevute e utilizzate direttamente dai Comuni.

    Il Report completo sulla ricostruzione è scaricabile sul sito della Regione.

    I NUMERI

    Abitazioni – Sono 9.109 progetti presentati presso i comuni: di questi, 6.744 hanno ottenuto la concessione del contributo. I contributi concessi ammontano a 1 miliardo e 697 milioni di euro, di cui erogati 988 milioni.

    Delle 25.121 unità immobiliari coinvolte nelle pratiche di ricostruzione finora presentate, la maggior parte, 18.624, sono ad uso abitativo e interessano 28.512 abitanti: 14.342 sono abitazioni principali, ovvero prime case. Sono invece 6.497 le unità immobiliari che ospitano attività economiche collocate in edifici a prevalente uso abitativo.

    A quattro anni dal sisma, i cantieri conclusi, hanno consentito di ripristinare 10.585 abitazioni, che hanno portato al rientro di 19.000 abitanti.

    Sono 2.371 le imprese impegnate nei cantieri aperti o completati a cui vanno aggiunte le imprese subappaltatrici: di questi l’80% ha sede in Emilia-Romagna mentre il restante 20% ha sede in altre regioni.

    Imprese – Sono 1.977 i decreti di concessione firmati dal Commissario, per un totale di 1 miliardo e 112 milioni di euro di contributi di questi oltre 500 milioni di euro sono stati erogati nei vari stati di avanzamento. I 1.977 progetti approvati (su un totale di 2.924 entrati in procedura) hanno portato a garantire la continuità produttiva di 1.680 imprese. Gli interventi finanziati riguardano oltre al ripristino degli immobili anche i beni strumentali, la delocalizzazione delle attività, il ripristino delle scorte e dei prodotti. Per quanto attiene le imprese direttamente impegnate nella ricostruzione, è significativo il dato risultante dall’anagrafe egli esecutori, da cui emerge che il 66% delle imprese operanti ha sede in Emilia Romagna. Se si comprendono anche la Lombardia e il Veneto, le altre due regioni colpite dal sisma, la percentuale sale fino a circa il 90%.

    Sono diverse le misure a sostegno della ripresa economica:

    • il bando INAIL che ha concesso contributi per il miglioramento sismico dei capannoni non danneggiati dal sisma per garantire ai lavoratori di operare in condizioni sicurezza (821 progetti per un totale di 28 milioni di euro di contributi concessi, dei quali la maggior parte già liquidati);
    • il bando per sostenere la ricerca (Ordinanza 109/2013 e sue modifiche) con il quale sono stati concessi contributi a 110 imprese per un totale di quasi 27 milioni di euro, di cui 9,2 milioni liquidati;
    • i contributi derivanti dalla solidarietà delle regioni del centro nord, ovvero il 4% della quota di risorse dei tre fondi previsti per la programmazione del 2013 di ciascuna regione, pari a 176,2 milioni di euro. Nello specifico: 40,7 milioni di euro dal O. Fondo Sociale Europeo (FSE); 36,3 milioni di euro dal P.O. Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR); 99,2 milioni di euro dal Programma di Sviluppo Rurale (FEASR). Questi investimenti hanno fatto da stimolo al sistema produttivo che ha aggiunto risorse per 280 milioni di euro per un totale di investimento complessivo pari a 456 milioni.

     

    Le Zone franche urbane – A supporto e per la ripresa del sistema economico del territorio colpito dal sisma, nel 2015 sono state individuate delle Zone franche urbane (Zfu), nelle quali sono state concesse particolari esenzioni fiscali alle microimprese dei centri storici e centri urbani di 20 comuni. Le esenzioni fiscali hanno riguardato le Imposte sui redditi, l’IRAP e l’Imposta municipale propria e interessano 1.770 imprese che hanno presentato domanda entro il 30 marzo 2016. Il totale delle risorse messe a disposizione per il periodo 2015-2016, pari a 39,2 milioni di euro, permetterà di riconoscere un’agevolazione media di circa 22.200 euro per impresa.

    Opere pubbliche e dei beni culturali – Ad oggi l’ammontare dei danni rilevati agli edifici pubblici o di uso pubblico – siano essi di proprietà di enti locali e di enti religiosi – è pari a 1.664 milioni di euro. Per gli interventi necessari sono già disponibili risorse per 1 miliardo e 59 milioni di euro di cui 682 milioni messi a disposizione dal Commissario a seguito dei fondi stanziati dal Governo (da ultimo i 127 milioni previsti dalla legge di stabilità 2016) e 377 milioni di euro derivanti da co-finanziamenti. Gli interventi previsti sono 875. Attualmente il livello di avanzamento della presentazione dei progetti inseriti nel Programma è pari all’84% del complessivo mentre il livello di avanzamento dell’approvazione dei progetti è pari al 48%.

    Centri storici e Umi – Sono 21 i Comuni che hanno provveduto a perimetrare le Unità minime di intervento (UMI) stabilendo anche la disciplina di attuazione, in particolare per i centri storici, che per loro natura necessitano di operare in maniera unitaria per assicurare l’innalzamento della sicurezza sismica e una maggiore rapidità di intervento. Ad oggi sono 147 le ordinanze di concessione dei contributi che interessano edifici ricompresi nelle UMI.

    Per accompagnare la ricostruzione dei centri storici sono stati previsti inoltre due strumenti di cui potevano avvalersi i Comuni: Il Piano della Ricostruzione, uno strumento urbanistico volontario e flessibile utilizzato da 28 comuni che si integra con gli strumenti della pianificazione vigente prevedendo di variare le previsioni in relazione alle necessità o criticità generate dal sisma; i Piani Organici – ulteriore strumento di carattere programmatico-operativo per la rigenerazione e rivitalizzazione dei centri storici. I Piani hanno avuto uno stanziamento di risorse regionali pari a 18 milioni di euro che sono stati erogati a 24 Comuni per un totale di 25 interventi.

    Assistenza alla popolazione Attualmente i nuclei beneficiari di una delle forme di assistenza previste sono 3.105. Rispetto ai 16 mila del giugno 2012, la fese della prima emergenza, ciò significa che in quattro anni 8 nuclei di persone su 10 sono tornati alla normalità. La maggior parte di questi nuclei, circa il 90%, ha subìto un danno pesante alla propria abitazione (di livello E) che prevede quindi tempi lunghi per il ripristino degli edifici (in media 3-4 anni dalla concessione del contributo).

    Le principali forme di assistenza di cui usufruiscono i nuclei sono il Contributo per il canone di locazione e il Contributo per il disagio abitativo, i due strumenti che a maggio 2015 hanno sostituito il CAS. Queste forme di sostegno interessano 2.505 nuclei, l’83% rispetto ai beneficiari di CAS iniziali.

    Oggi sono rimasti 265, rispetto ai 550 iniziali, i nuclei familiari che hanno fatto ricorso agli alloggi in affitto, facendo registrare un calo del 52%.

    Per quanto riguarda in nuclei ospitati nei Prefabbricati modulari abitativi removibili (in sette Comuni), al 30 aprile 2016 sono 135 le famiglie rimaste, su base volontaria, per un totale di 445 persone. Rispetto alla popolazione di 757 nuclei –  che tra il dicembre 2012 e il gennaio 2013 scelsero questa forma di assistenza – si è registrata una riduzione consistente: 622 PMAR sono stati  liberati – più dell’82%

    Per garantire un costante e graduale ritorno alle normali condizioni di vita, i Comuni hanno aiutato i nuclei in uscita con progetti di assistenza personalizzati, basati anche su patti e impegni reciproci, per valorizzare le risorse di ogni singola famiglia e supportarla nelle aree di maggiore disagio. A sostegno di ciò, la Regione Emilia-Romagna ha riservato 500 mila euro del Fondo sociale regionale ai 7 Comuni interessati.

    Infine, ci sono i Prefabbricati rurali, ovvero i prefabbricati messi a disposizione per i nuclei proprietari o dipendenti di aziende agricole che necessitavano di rimanere in prossimità delle abitazioni danneggiate per poter proseguire l’attività, che sono passati dai 240 inziali ai 200 monitorati al 30 aprile 2016.

     

    Le donazioni – In totale sono stati finanziati 76 progetti con oltre 33,5 milioni di euro, dei quali 32 milioni derivanti da donazioni. Nello specifico, le donazioni raccolte con il concerto di Campovolo sono destinate al ripristino e alla ricostruzione delle scuole, per un totale di 10 progetti. Con i fondi raccolti mediante gli SMS solidali sono finanziati 32 progetti di ripristino e di ricostruzione degli edifici religiosi e beni culturali, municipi ed edifici pubblici, edifici scolastici e strutture socio-assistenziali.

    Tra iniziative di solidarietà: il concerto per l’Emilia del 25 giugno 2012 allo stadio Dall’Ara di Bologna che ha visto una vendita di oltre 30.000 biglietti; raccolte fondi attivate da svariati soggetti; il concerto organizzato dall’associazione “Italia Loves Emilia” del 22 settembre 2012 a Campovolo, durante il quale sono stati venduti oltre 150.000 biglietti;  donazioni sul conto corrente della Regione Emilia-Romagna nonché la raccolta fondi attraverso l’invio di sms solidali del valore di 2 euro al numero 45500 fino al 10 luglio 2012.

     

    Il resoconto completo di come è stata utilizzata ogni singola donazione è disponibile su www.donazionisisma.it