L’impresa? Meglio in famiglia L’importanza del passaggio generazionale nelle aziende emiliano romagnole e nazionali



    Premiati-'Il-nuovo-che-verrà'Se avere successo è difficile, confermarsi lo è ancora di più. Soprattutto se a compiere la missione deve essere un’altra persona. E’ il passaggio generazionale, il momento più delicato per antonomasia nella storia di un’azienda. E’ una fase che mette a confronto, se non in contrapposizione, visioni molto diverse sullo sviluppo e la crescita di un’attività produttiva. Dal padre che ha fondato l’azienda magari partendo da una semplice officina, ai figli cresciuti tra master e studi all’estero con il solo scopo di guidarla. Sullo sfondo un mondo che cambia a ritmi vertiginosi, il mercato globale, la digitalizzazione dei processi ed un progresso tecnologico sempre più rapido. Formazioni e prospettive diverse ed un obiettivo comune: crescere. Proprio questo il tema del convegno ‘Il nuovo che verrà – L’importanza del passaggio  generazionale nelle imprese  emiliano romagnole e nazionali” promosso dallo Studio Professionale Maurizio Godoli di Bologna e svoltosi sabato 3 ottobre nella Sala Farnese di Palazzo d’Accursio. Stringente attualità, specie per la particolare fase di transizione che sta vivendo l’imprenditoria emiliano romagnola. Saranno pronti i nostri capitani di impresa? A rispondere al quesito alcuni dei maggiori protagonisti del sistema produttivo come Marino Golinelli, alla testa del grande gruppo farmaceutico Alfa Wassermann, gli Zabban, che di generazione in generazione festeggiano i 120 anni di attività, i Poletti (Michelangelo e Chiara) della Polfil, Lucia Gazzotti, presidente del Centergross ma anche imprenditrice, con la figlia Giancarla, gli Andalini,  papà Massimo e Simona, alla guida dello storico pastificio di Ferrara. Testimonianze fornite dalla viva voce di chi ha già affrontato con successo gli ostacoli e le insidie del passaggio generazionale. “Tale passaggio potrebbe portare quel rinnovamento, quel processo di innovazione e ricerca di prodotto continuo che è forse più agevole se vi è la costante della famiglia alla guida dell’azienda” afferma Maurizio Godoli. Non a caso ‘fiducia’ è la parola d’ordine pronunciata da tutti i protagonisti: dalla capacità di accordarla delegando e coinvolgendo a quella di meritarsela assumendosi le proprie responsabilità. Il tutto, naturalmente, secondo gradualità e tempistiche differenti, da valutare caso per caso. Inoltre, il convegno ha visto la partecipazione di osservatori privilegiati del processo di transizione, come Duccio Campagnoli, presidente di Bologna Fiere, Francesco Paolo Cuccovillo di Unicredit, Giovanni Tamburini presidente di Banca di Imola e Gabriele Coccini, esperto di processi di internazionalizzazione.