“Nel mio lavoro, la natura non va respinta, ma assorbita”: si nasconde dietro a queste semplici parole la filosofia di Glenn Murcutt, l’architetto australiano vincitore del premio Prizker nel 2002 che oggi ha tenuto la sua Lectio Magistralis all’Europauditorium di Cersaie 2015. Dopo il benvenuto di Emilio Mussini, presidente della commissione Attività promozionali e Fiere di Confindustria Ceramica, che ha ricordato come Murcutt fosse il settimo premio Pritzker su sette edizioni a prendere parte alle Lectiones di Cersaie, a introdurre l’architetto è stato il professore e storico dell’architettura Francesco Dal Co: “Murcutt è un grande maestro dell’architettura contemporanea – ha detto -, e come ogni grande è inattuale e indipendente. E il legame con il suo Paese, la sua cultura, è particolare e fortissimo”. Murcutt infatti lavora da solo, senza collaboratori (“a parte mia moglie, a volte”, ha specificato), e soprattutto mai fuori della sua Australia.
“Quando ho iniziato a lavorare, sapevo avrei lavorato da solo – ha detto Murcutt -. Poi ho pensato fosse un peccato non tramandare la mia eredità professionale. Così ho iniziato a insegnare, in scuole di tutto il mondo: avrò avuto mille, forse duemila studenti”. Se l’insegnamento è internazionale però, non così è l’esercizio della sua professione: “Opero solo in Australia – ha infatti sottolineato -, è l’unico Paese di cui conosca lingua e cultura abbastanza approfonditamente per potervi esercitare”. Tratto poi distintivo dell’opera architettonica di Glenn Murcutt è l’ecosostenibilità. Con una precisazione dell’architetto stesso: “Si abusa dei concetti di ‘verde’ e ‘sostenibile’ a livello commerciale. E’ un’enorme ipocrisia, che non condivido: neppure la presenza dell’uomo sulla Terra, probabilmente, è sostenibile. Quello che serve è la responsabilità, la ricerca di un equilibrio tra le cose, restituire ciò che si consuma”. Gli edifici di Murcutt inoltre si basano sul presupposto che il benessere e la serenità dell’uomo dipendano dalla natura, e che quindi i luoghi in cui vive debbano rispettarla, armonizzarsi con essa, sfruttarne caratteristiche e potenzialità. “A cosa serve l’aria condizionata quando si possono sfruttare le correnti d’aria naturali?- domanda il premio Pritzker -. Quando si progetta un edificio bisogna tenere conto del clima, della geografia, delle stagioni, ma anche degli spazi, della luce, degli animali, dei profumi dell’ambiente, persino dei cicli lunari”. E della cultura di chi commissiona il lavoro, le sue aspettative, i colori prevalenti dell’ambiente circostante. Così, i prodotti utilizzati devono essere durevoli, riutilizzabili, naturali e in relazione con l’ambiente. Come la ceramica, materiale di cui Murcutt si serve spesso. “Della ceramica amo la versatilità, ma anche la consistenza: in Australia adoriamo camminare scalzi, e posare i piedi nudi sulla ceramica è una sensazione unica. Inoltre, è un materiale isolante, che permette di sfruttare meno riscaldamento o impianti di condizionamento, con un risparmio energetico ingente”.