Reverse charge bocciato, segnale per le imprese



    La bocciatura da parte dell’Ue del reverse charge nella grande distribuzione è un segnale contro scelte sbagliate in materia di Iva. La decisione europea nasce dalla considerazione che le deroghe al sistema di riscossione frazionato dell’IVA possono essere concesse solo quando risultano essere l’unica possibile alternativa agli ordinari controlli nel contrasto all’evasione del tributo. I motivi che hanno portato alla censura del reverse charge esteso alla grande distribuzione devono far riflettere il Governo in merito allo split payment.

    “Come volevasi dimostrare – sottolinea Erio Luigi Munari, presidente Lapam Confartigianato di Modena e Reggio Emilia – il Presidente nazionale Merletti, nel corso dell’Assemblea nazionale di Confartigianato tenutasi il 20 maggio presso EXPO, ha ribadito la netta contrarietà a provvedimenti come lo split payment e il reverse charge che colpiscono la liquidità delle imprese. Ricordo che il solo sistema dello ‘split payment’ ha un prezzo molto alto per le imprese italiane: 230 milioni di euro”.

    Lapam ribadisce un secco NO allo ‘split payment’, il meccanismo in vigore da gennaio, in base al quale gli Enti pubblici versano direttamente allo Stato l’imposta sugli acquisti di beni e servizi, e non alle aziende fornitrici. E così, queste ultime rimangono in credito di Iva e devono aspettare mesi prima di vedersela rimborsata.

    “Per le aziende edili, in particolare ma non solo, questo è un grave danno che va ad acuire una crisi senza fine – continua Munari – Fin da gennaio Lapam Confartigianato e Rete Imprese Italia hanno fortemente contestato questa misura che, in nome della lotta all’evasione fiscale, priva le aziende oneste di un bel po’ di liquidità e consente allo Stato di fare cassa”.

    “Ci aspettiamo un ripensamento sull’intera manovra di separazione tra imponibile e IVA nei pagamenti della pubblica amministrazione – conclude Munari – Avevamo definito un azzardo, l’adozione di provvedimenti così impattanti senza il preventivo parere della commissione europea”.