Destano non poche e forti preoccupazioni le ipotesi circolate nei giorni scorsi caldeggiate, a quanto sembra dalla stessa Commissione Europea di una revisione, naturalmente al rialzo delle cosiddette aliquote IVA agevolate del 4% e 10%. Tra i prodotti a rischio aumento IVA vi sono infatti anche i beni alimentari di prima necessità come pane, pasta, farina, burro, olio e altri che, con la crisi economica e il conseguente ‘taglio’ dei consumi hanno subito un vero e proprio tracollo quali carne, pesce, frutta e verdura.
“Sarebbe un ulteriore elemento di difficoltà per molte delle attività modenesi a conduzione familiare – commenta Daniele Mariani presidente di FIESA Modena (Federazione Italiana Esercenti specialisti dell’Alimentazione) – che già resistono a fatica alla deflazione, alle aperture selvagge, alla crescita incontrollata della Grande Distribuzione in tutte le sue forme. Un ulteriore aumento IVA su questi prodotti, colpirebbe non solo i nostri esercizi commerciali, ma anche quei nuclei familiari il cui potere d’acquisto si è già pesantemente ridotto in questi anni a causa della crisi.”
Mariani non manca di rilevare come dall’inizio dell’anno la situazione per le attività alimentari che trattano generi come la carne o la frutta e la verdura, nell’ambito modenese è in via di peggioramento. “Ben 11 gli esercizi di ortofrutta che sul territorio hanno chiuso (contro le 5 nuove aperture) di cui 4 solamente a Modena. E non è diversa la situazione per quello che riguarda il settore carni: 11 anche in questo caso le attività cessate (mentre 5 sono le nuove).”
“L’aumento dell’IVA, in una situazione di grande stagnazione dei consumi, ma pure di costi degli affitti esorbitanti, di pressione fiscale sempre più elevata e di varie forme di concorrenza tra cui i cosiddetti mercati a km0, rischia di infliggere il colpo di grazia al settore – rimarca il presidente di FIESA Modena -. Eppure è grande l’importanza, non solo economica, ma anche “sociale” delle nostre attività, soprattutto in presenza di un aumento generalizzato della popolazione anziana e una conseguente necessità di potenziare il commercio di vicinato. Ecco perché FIESA-Confesercenti – conclude Mariani – contesta con forza ogni ipotesi di aumento IVA sui prodotti alimentari e si augura che tutto rimanga sul terreno delle ipotesi”.