Entro il 2015 Modena potrà contare su dieci agenti di Polizia municipale in più sul territorio, nuovi servizi di pronto intervento e controllo in centro storico, nei quartieri e nelle frazioni, l’utilizzo di un numero maggiore di volontari grazie a nuove convenzioni, un servizio di videosorveglianza ulteriormente sviluppato.
Sono alcuni elementi del Piano sicurezza illustrato al Consiglio comunale oggi, giovedì 25 settembre, dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli sottolineando come “grazie alle strategie e alle risorse che mettiamo in campo, in modo integrato con l’attività delle forze dell’ordine e il coordinamento della Prefettura, saremo in grado di garantire i servizi di polizia municipale organizzati tutti giorni su 24 ore e l’impegno assunto di valorizzare il ruolo della polizia municipale come polizia di comunità e prossimità nella direzione della prevenzione e della repressione della illegalità diffusa e dei comportamenti che danneggiano la convivenza civile, il decoro urbano e i beni pubblici”.
Il dibattito in Consiglio comunale sul Piano è in programma nella seduta di giovedì 9 ottobre.
L’aumento degli agenti sarà garantito con otto nuove assunzioni, quattro delle quali possibili già nei prossimi mesi, mentre almeno altri due operatori saranno “recuperati” da mansioni d’ufficio dove saranno sostituiti con personale amministrativo. Prevista anche la revisione dell’accordo sindacale che attualmente determina l’esonero dei servizi serali e notturni per il personale con più di 50 anni, una ventina tra agenti e ispettori.
Tra le novità del Piano, l’istituzione del Tavolo unico della sicurezza dove approfondire e confrontarsi tra tutti i soggetti che rappresentano parti della comunità cittadina sui “temi che concorrono a creare situazioni di insicurezza, degrado o che sono di ostacolo alla convivenza”. Insomma, per Muzzarelli la “sicurezza è un problema reale, non di percezione, e la legalità rappresenta la premessa e la condizione del progresso di ogni comunità. La nostra visione non è limitata alla presenza della Polizia municipale e delle forze dell’ordine, pur importante e da sviluppare ulteriormente nella prospettiva di una sempre migliore integrazione, ma ha che fare – ha spiegato il sindaco – con tutti gli ambiti della socialità: dalla manutenzione urbana all’ambiente, dai servizi sociali alle proposte culturali. E il Tavolo dovrà diventare lo strumento di ascolto dei bisogni dei cittadini, anche con il coinvolgimento dei diversi comitati, e di definizione e condivisione degli interventi e delle attività da realizzare”.
L’analisi alla base del Piano tiene conto di alcuni fenomeni come l’aumento significativo dal 2012 dei furti in appartamento e degli scippi, a fronte di un calo dei furti nel loro totale, così come della crescita delle rapine nelle abitazioni, in strada e negli esercizi commerciali (mentre diminuiscono quelle in banca), ma anche delle segnalazioni di atti vandalici, rifiuti abbandonati e accattonaggio che giungono dalle zone residenziali.
Punto centrale rimane comunque l’attuazione del Patto per Modena sicura, a partire dal consolidamento del rapporto tra le diverse forse di polizia, nell’ambito della cabina di regia, per garantire una presenza efficace, specie nelle ore serali e notturne, nelle zone ritenute a rischio sicurezza, nel contrasto allo sfruttamento della prostituzione, nella lotta allo spaccio di stupefacenti, alla devianza giovanile e alla violenza contro le donne. Tra le proposte anche quella di chiedere al ministero la possibilità di sperimentare a Modena l’inserimento diretto nel Sistema di indagine (Sdi) dei dati delle denunce raccolte dalla Polizia municipale. Da qualche anno, infatti, la Polizia municipale raccoglie sì le denunce da parte dei cittadini per poi trasmettere però i fascicoli alla Questura per l’inserimento nello Sdi.
SERVIZI IN CENTRO E NEI QUARTIERI
In zona Tempio nuovo presidio, ufficio denunce al Posto integrato di Polizia
Con il nuovo Piano sicurezza saranno aumentati i servizi di controllo, con presenza della Polizia municipale h24 sul territorio. In particolare si prevedono nuovi servizi appiedati in centro storico e l’aumento dell’attività di pronto intervento; nuovi servizi cosiddetti di osservazione, grazie al maggior utilizzo dei volontari; una particolare attenzione alle aree critiche, come parchi e spazi di aggregazione; azioni mirate per il contrasto ad accattonaggio, prostituzione, spaccio, occupazione abusiva di immobili, microcriminalità, conflittualità. E’ prevista anche l’apertura dell’ufficio denunce presso il Posto integrato di Polizia del Centro storico.
Nella zona Tempio sarà predisposto un nuovo servizio di presidio sistematico pomeridiano per prevenire il fenomeno della prostituzione e il verificarsi di episodi di microcriminalità. In previsione di Expo 2015, inoltre, sarà istituito anche un nuovo percorso appiedato tra la stazione ferroviaria e il Mef in tutti i giorni di apertura del museo.
Migliora anche la presenza nei quartieri e nelle frazioni, anche con un maggiore utilizzo dell’ufficio mobile (soprattutto nella fascia oraria 16,30-19,30) e i controlli stradali saranno programmati con maggiore continuità. Viene confermato per i prossimi anni il servizio in bici e verranno sperimentate anche nuove forme di presidio e controllo con utilizzo di unità cinofile, motociclisti e operatori del Nucleo problematiche del territorio.
Verrà potenziata la gestione delle segnalazioni dei cittadini con il sistema RilFeDeUr, per la rilevazione dei fenomeni di degrado urbano, migliorando i tempi di risposta.
PER LE TELECAMERE ALTRE 20 LICENZE
Ulteriore sviluppo per il sistema di videosorveglianza, con diverse sperimentazioni
Il sistema di videosorveglianza di Modena, che attualmente conta su 135 telecamere collegate in rete e controllabile dalla quattro centrali operative delle forze dell’ordine, verrà ulteriormente sviluppato. Il Piano sicurezza prevede, infatti, l’acquisizione di almeno venti licenze in più per installare nuovi apparati in luoghi a rischio, ma anche lo spostamento di alcune telecamere non più rispondenti a esigenze di controllo e sicurezza del territorio o non più funzionali, andando a ricollocarle in aree rilevanti ai fini della sicurezza sulla base delle indicazioni che emergono dal Gruppo tecnico interistituzionale coordinato dalla Prefettura.
Nel Piano si prevede anche la sperimentazione di telecamere per utilizzo temporaneo in particolari luoghi, ma collegate alla rete di videosorveglianza. Tra le sperimentazioni previste anche il monitoraggio delle aree produttive con il concorso dei privati, l’integrazione di sistemi privati che insistono su aree pubbliche, il monitoraggio delle discariche abusive, la sorveglianza degli accessi alla città nell’ambito del progetto nazionale Scntt sviluppato dal ministero degli Interni con l’utilizzo di telecamere dotate di sistemi per la lettura delle targhe in collegamento in tempo reale con la banca dati nazionale dei veicoli rubati.
ITINERARIO DIDATTICO SULLE MAFIE
Nuova proposta nelle scuole in collaborazione con Libera. Più prevenzione ed educazione alla legalità e proseguono gli interventi di riqualificazione urbana
Il Piano sicurezza prevede la conferma e l’ulteriore sviluppo delle azioni relative alla prevenzione e all’educazione alla legalità a partire dagli itinerari didattici che già ora coinvolgono 1.500 ragazzi ogni anno scolastico: da quello su giovani e reati al tema del bullismo, fino alla navigazione sicura su Internet. In questo anno scolastico verrà introdotto un nuovo percorso sulle mafie (“Semi di giustizia, fiori di legalità”, in collaborazione con Libera Modena) e verranno rafforzati gli interventi di prevenzione rivolti agli immigrati di seconda generazione.
Mentre proseguono gli interventi già avviati nelle aree di riqualificazione urbana (RNord, Windsor, Parco XXII Aprile, via Dell’Abate, Tempio), il Piano prevede l’istituzione di una gruppo di lavoro per l’analisi preliminare dell’impatto di sicurezza sul territorio dei nuovi progetti strutturali e infrastrutturali. In programma anche la progettazione di nuovi interventi strutturali, con ricerca di finanziamenti, accompagnando e integrando gli interventi con misure di accompagnamento e presidio sociale, facendo leva in particolare sulle risorse del volontariato e di altri enti pubblici e soggetti privati e prevedendo modelli gestionali di carattere partecipativo in grado di garantire sostenibilità nel tempo dei risultati.