In una serata sfortunata (dal punto di vista sportivo) si è aperta ieri, nella suggestiva cornice del Piazzale della Rosa a Sassuolo, la settima rassegna musicale “Note d’estate” con il patrocinio della Fondazione Arturo Toscanini di Parma e del Comune di Sassuolo e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
L’Orchestra Arturo Toscanini, magistralmente diretta da Philip Walsh ha avuto l’onere e l’onore di accompagnare una delle più grandi star a livello mondiale della musica jazz, la grande Dee Dee Bridgewater.
La sessantaquattrenne Artista statunitense avvolta in un abito color smeraldo, ha sfoggiato tutta la sua verve, un sapiente intreccio di simpatia e talento che ha lasciato soddisfatti anche coloro che di jazz ne masticano poco.
La pirotecnica Dee Dee (al secolo Denise Eileen Garret) inizia a cantare durante i primi anni settanta ed è in quegli anni che collabora con nomi importanti del panorama jazz come Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Max Roach e Sonny Rollins. I riconoscimenti maggiori li ottiene negli anni ottanta, dopo il matrimonio col trombettista Cecil Bridgewater e dopo essersi trasferita in Francia. E’ qui che, ad un repertorio originale contemporaneo, inizia a proporre interessanti rivisitazioni del repertorio della compianta Billie Holiday. Il primo approccio con l’Italia avviene nel 1989 quando viene invitata al Festival di Sanremo insieme a Ray Charles con il brano Till The Next Somewhere (Precious Thing). Visto il considerevole successo Dee Dee viene invitata anche nelle due edizioni successive: nel ’90 dove ha il compito di interpretare in inglese “Uomini soli” dei Pooh che diventerà “Angel of the night”, e nel 91 “Perché lo fai” di Marco Masini che diventerà “Just tell me why”. E’ durante quei Sanremo che intreccia una bella amicizia con Mia Martini che sfocerà in un memorabile duetto su “Imagine” di John Lennon per l’occasione accompagnate da Toots Tieleman. Successivamente anche Giorgia avrà il privilegio di duettare con lei nel pezzo “Georgia on my mind”.
Anche il repertorio di ieri sera ha cavalcato grandi standard jazz come “Speak low”. “Les fuilles mort”, “My favorite things”, “Blue monk”… non una nota fuori posto tutto perfetto compresi i tipici skat improvvisati (tipici vocalizzi jazz) distribuiti nei vari pezzi.
Larghi sorrisi e battute tra un brano e l’altro, non un riferimento o un richiamo (per fortuna) alla recente batosta della Nazionale italiana, grandi apprezzamenti invece per il cibo e il vino italiano.
Un bell’inizio, ora si attendono per l’8 luglio il trombettista Paolo Fresu con il suo nuovo spettacolo e per il 30 Luglio lo spettacolo dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna diretta da Andrea Fornaciari.