Ci sono notizie che, tradizionalmente, trovano poco spazio sui media. A volte, addirittura, vengono rubricate come “good news”, e considerate quindi a priori prive d’interesse. Altre volte s’intrecciano con la cronaca nera, ma non sempre vengono affrontate con le competenze, l’attenzione e un linguaggio adeguati. E’ il mare magnum del sociale: un universo – in forte espansione, grazie anche a internet e ai social network – che non può essere raccontato solo con i numeri, o unicamente attraverso le vicende personali, ma con entrambi gli elementi, proprio perché strettamente intrecciati. E’ questo il filo conduttore di “I numeri e le persone. Il racconto del sociale nel giornalismo tra statistica e storie di vita”,seminario di formazione per giornalisti e comunicatori pubblici, organizzato dall’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna in collaborazione con l’assessorato regionale alle Politiche sociali e l’agenzia Redattore sociale. L’appuntamento è lunedì 16 giugno in Regione (viale della Fiera 8, Terza Torre, Sala Conferenze A), dalle 9 alle 14.
Dopo i saluti di Olivio Romanini (presidente Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna), seguiranno gli interventi di Roberto Franchini (direttore Agenzia informazione e comunicazione Regione Emilia-Romagna), Teresa Marzocchi (assessore regionale Politiche sociali), Stefano Trasatti (direttore agenzia Redattore Sociale), Mauro Sarti (giornalista, responsabile dell’ufficio di corrispondenza di Redattore Sociale a Bologna e fondatore del service editoriale Agenda), Carla Chiappini (direttrice del giornale del carcere di Piacenza “Sosta Forzata”), Faustin Akafack (segretario regionale rete Mier), Paolo Pezzana (esperto di politiche sociali riguardanti la povertà estrema), Giovanni Nicolini (sacerdote, parroco di Sant’Antonio da Padova alla Dozza, è stato direttore della Caritas di Bologna), Gabriele Del Grande (giornalista e scrittore, fondatore del blog Fortresse Europe).
Il seminario prende spunto da alcuni strumenti che la Regione mette a disposizione dei comunicatori (come la Guida all’informazione sociale, le inchieste su esperienze di welfare partecipativo e i prodotti di infografica su nidi e violenza sulle donne) per favorire un racconto del settore più attento e completo, per poi avviare una riflessione sul ruolo e sulle potenzialità della comunicazione sociale.