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Inaugurata oggi a Bologna la nuova sede del TAR dell’Emilia-Romagna

Nuova vita per la culla del diritto e dei bolognesi: saranno i locali dell’Ex Maternità di via d’Azeglio ad ospitare gli uffici del Tribunale Amministrativo Regionale, che nella giornata odierna ha anche inaugurato l’Anno Giudiziario 2019.

LA STORIA DEL PALAZZO E LE RAGIONI DEL TRASFERIMENTO
Risale all’XI secolo la fondazione del monastero di San Procolo, divenuto nel tempo tra i più ricchi e importanti della città, anche grazie al suo rapporto con le scuole di diritto. Qui ebbe la sua più antica sede l’Universitas degli scolari legisti e sempre qui furono sepolti i maestri di legge Bulgaro e Martino, discepoli di Irnerio.
Completamente rinnovato in età rinascimentale, il convento fu prima trasformato in caserma, poi in Ospedale degli Esposti, fino alla riconversione in Ospedale della Maternità durante gli ultimi decenni del XX secolo.
Un passato che, come evidenziato dal Presidente del TAR, Giuseppe Di Nunzio, fa del Palazzo di via D’Azeglio la sede perfetta per il Tribunale: “Culla del diritto e culla dei bolognesi, la struttura non avrebbe potuto avere valenza simbolica più appropriata”.
Un luogo importante per il passato e per il presente di Bologna, che con l’insediamento degli uffici del Tribunale Amministrativo Regionale torna a nuova vita, dopo la significativa opera di ristrutturazione curata dallo Studio di Architettura Franco Ghedini per volontà di Romano Volta, proprietario dell’immobile e Presidente di Datalogic.
Alla base del trasferimento del TAR anche una ferma determinazione: “Il Tribunale ha la responsabilità di ottimizzare le risorse, incluse quelle logistiche, perseguendo obiettivi di efficientamento che consentano di preservare funzionalità ed efficacia dell’azione istituzionale”, chiosa il Segretario Generale, Caterina Grechi.
La riduzione sostanziale dei costi si accompagna peraltro alla posizione strategica della nuova sede, maggiormente integrata con gli altri uffici della giurisdizione bolognese.

LA GIORNATA INAUGURALE
L’inaugurazione ha preso il via con la presentazione del Presidente Di Nunzio, seguita dai saluti delle Autorità Istituzionali, dall’intervento del Rappresentante del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, Silvana Bini, e da quello del Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Bologna, Beatrice Belli.
Andrea Capelli, architetto della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio, ha curato la relazione “Il restauro dell’ex Complesso conventuale di S. Procolo per l’insediamento del Tribunale Amministrativo Regionale – la storia del bene culturale nei suoi aspetti più significativi” mentre Michele Caianiello, Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, ha presentato “Pluralità degli ordinamenti giuridici e universalità dello Studium Iuris”.

IL TRIBUNALE IN NUMERI
Nel corso della sua presentazione, il Presidente Di Nunzio ha riepilogato alcuni dei dati più salienti per Giustizia Amministrativa regionale.
A fine 2017 i ricorsi pendenti complessivi erano 3.216, scesi a 2.766 a fine 2018 (-14%). Tale riduzione ha consentito al TAR Emilia-Romagna di adempiere lo scorso anno, come in passato, agli standard di produttività previsti dalla legge (art. 37 del D.L. 98/11). Questo risultato, già di per sé buono, si dimostra ancora di più tale se si considera che il numero dei magistrati in servizio risulta notevolmente sottodimensionato rispetto alle effettive necessità.
A partire da maggio 2018, i magistrati del tribunale sono saliti a 7, numero comunque largamente inferiore all’organico di diritto, pari a 11 magistrati, con una scopertura di oltre il 36%, percentuale superiore a quella registrata in media nelle altre sedi della Giustizia Amministrativa.
Altro dato di rilievo è che sono poco numerosi i ricorsi presentati al Consiglio di Stato, che ha confermato quasi tutte le sentenze del TAR.
Le materie su cui vertono i ricorsi – stabili rispetto a quelli presentati nel 2017 – sono prevalentemente edilizia e urbanistica, autorizzazioni e concessioni, contenzioso degli extracomunitari, appalti pubblici, pubblico impiego, sicurezza pubblica, esecuzione del giudicato, ambiente, finanziamenti regionali e altri atti della Regione.
In particolare, si registra una stabilizzazione dei ricorsi in materia di extracomunitari, mentre sono in aumento i ricorsi legati agli appalti. In questo senso è massimo l’impegno da parte del TAR che, nel giro di pochi mesi, riesce a programmare tutte le decisioni in merito. Lo sforzo è massimo anche nell’obiettivo di arrivare all’eliminazione delle cause di durata superiore ai 3 anni, per le quali è previsto un possibile risarcimento a carico dello Stato.

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