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Autorità di Distretto del fiume Po, riunito a Parma l’osservatorio sulle crisi idriche

L’Osservatorio sulle crisi idriche all’interno del vasto comprensorio del Fiume Po (che si estende dalla Valle d’Aosta alle Marche) si è riunito nelle ultime ore per esaminare la situazione nell’intero territorio: una situazione non rosea dopo un esame attento dei valori emersi dai monitoraggi delle diverse agenzie regionali coinvolte dal Distretto.

Al tavolo hanno preso parte, tra gli altri, i rappresentanti di: AdbPo, AiPo, ANBI-Consorzi di bonifica, Arpa, A2A Energia, Consorzio del fiume Adda, Consorzio dell’Oglio, Consorzio del fiume Ticino, Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA)-Cnr, Enel Green Power, Elettricità Futura, Protezione Civile, Regione Emilia-Romagna, Regione Liguria, Regione Lombardia (DG Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni, DG Agricoltura), Regione Piemonte.

Esaminate tutte le criticità il Segretario Generale dell’Autorità Meuccio Berselli ha diramato un bollettino che riporta un livello di Severità idrica di colore giallo – ovvero, ancora piuttosto moderata nonostante numeri di insieme decisamente al ribasso – ma ciò che va considerato in modo puntuale è anche la stretta relazione tra le condizioni attuali (riportate nel bollettino in allegato) e il contesto di prelievo irriguo che ancora può ritenersi moderato. Se le condizioni di prelievo fossero a pieno regime la situazione sarebbe molto più grave.

In considerazione di quanto elencato l’Osservatorio, che in questa seduta ha coinvolto in maniera stabile per la prima volta le direzioni alle politiche agricole delle regioni del distretto, ha provveduto a concertare un regolamento di azione decisamente più snello tra i soggetti che hanno competenze sulla gestione delle acque in modo da modulare i singoli provvedimenti nei prossimi mesi a seconda delle necessità più urgenti: tra queste lo spostamento dei livelli del Lago Maggiore da quota 1,25 a 1,35 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende (25 milioni di metri cubi di risorsa idrica in più disponibili in presenza di quantitativi disponibili); e la conoscenza precisa del volume presente negli invasi alpini utilizzati per scopi idroelettrici, in particolare quelli della Valle D’Aosta.

A breve, tenuto conto dello scenario presentato e del trend meteo climatico preoccupante (temperature sempre in aumento) saranno ufficializzate le date del prossimo incontro sulla crisi idrica alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici in corso.

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