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“Albania casa mia”, a teatro la storia di un’immigrazione, giovedì a Soliera

Albania, 25 febbraio 1991. Il regime comunista è collassato, migliaia di persone si riversano su navi, pescherecci e gommoni diretti verso l’Italia. Tra questi il trentenne Alexander Toto e suo figlio Aleksandros Memetaj, un bimbo di sei mesi. Comincia così “Albania casa mia”, un monologo divertente e commovente, scritto e interpretato dal 26enne Aleksandros Memetaj per la regia di Giampiero Rappa, in scena giovedì 8 febbraio, alle ore 21, al Nuovo Cinema Teatro Italia di Soliera.

Lo spettacolo, ad ingresso eccezionalmente gratuito, offre anche l’occasione per manifestare un’attenzione speciale al tema dell’immigrazione, a pochi giorni dall’attentato di matrice razzista a Macerata.

“Albania casa mia” è  la storia di un figlio che crescerà lontano dalla sua terra natia, in Veneto, luogo che non gli darà mai un pieno senso di appartenenza; ed è anche la storia di un padre, dei pericoli corsi per evitare che suo figlio cresca nella miseria di uno Stato che non esiste più, ed è la storia di un grande amore verso la propria terra. I destini di Aleksandros e Alexander si incroceranno più volte finché l’uno diventerà figlio e l’altro padre.

La narrazione è quella di una vicenda universale cadenzata dagli sforzi economici per la partenza, le difficoltà e la paura del viaggio. Umiliazioni e stanchezza all’arrivo sono sofferte da entrambi i protagonisti. Essi amano la propria terra, allo stesso tempo ne provano un sentimento di odio. Ripongono quindi le loro speranze nella nuova patria, non senza patire la lontananza e la nostalgia.

Lo spettacolo è stato premiato al Festival della Resistenza del Museo Cervi di Gattatico e al Festival Avanguardie 2030.

Info: 059.859665, 347.3369820, cinemateatroitalia@fondazionecampori.it

 

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