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Pelloni e Tintori, i primi a valorizzare l’Aceto Balsamico nel mondo della ristorazione

Confimi Emilia e le piccole-medie imprese che la compongono. Storie incredibili, vicende e prodotti che hanno stupito il mondo trasformando la nostra terra in uno dei luoghi dove la creatività diventa cosa concreta. Motori, biomedicale, metalmeccanico, ceramico, enogastronomico: discipline che vedono le nostre piccole aziende battere le multinazionali, superando i colossi solo con la qualità inimitabile del prodotto finito. In alcune interviste Confimi intende presentarvi una serie di storie di umana genialità che hanno dato vita ad aziende-simbolo del territorio, marchi e attività che contribuiscono alla ricchezza del nostro paese dando lavoro e futuro a migliaia di famiglie.

LA VECCHIA DISPENSA – INTERVISTA A ROBERTA PELLONI

Le pmi di Confimi Emilia. Corea, Taiwan e Cina sono le nuove frontiere dei nostri prodotti enogastronomici. Migliaia i turisti che visitano l’Emilia grazie al fascino del Balsamico.

Pelloni e Tintori, i primi a valorizzare l’Aceto Balsamico in cucina: “La mia famiglia ha messo in tavola questo prodotto quando ancora era, ai più, sconosciuto”.

Caffè settimanale di Confimi Emilia con Roberta Pelloni, imprenditrice e cittadina da dieci e lode, capace di dedicare tutta la sua vita alla valorizzazione del territorio e alla difesa delle tradizioni enogastronomiche che fanno della nostra Emilia uno dei luoghi di culto per gli amanti del gusto.

Roberta, insieme a tutta la sua famiglia, porta avanti La Vecchia Dispensa, azienda con sede a Castelvetro che ha il merito di esportare in tutto il mondo una delle peculiarità della nostra tradizione: l’Aceto Balsamico di Modena.

Roberta, la tua azienda ha una storia senza eguali.

“La mia famiglia produce aceto balsamico da quattro generazioni, inizialmente eravamo solo appassionati, poi diventammo ristoratori. Nel 1973 mia madre, da buona rezdora modenese,  iniziò ad inserire nel menù del nostro ristorante alcuni piatti con l’aceto balsamico, creando tanta curiosità. Negli anni ’70 l’Acetaia era un luogo segreto, in cui difficilmente un visitatore poteva entrare. Accompagnare i clienti nelle soffitte alla fine di una cena, dove dimoravano le batterie di Balsamico, rappresentava ancora una rarità. Da lì il passo a fare del Balsamico un mestiere, oltre che una passione, è stato breve”.

Prodotto di grande valore che attira moltissimi turisti nella vostra Castelvetro. 

“Dal 1993 io e mio marito, abbiamo lasciato l’attività di ristorante per dedicarci esclusivamente alla produzione dei nostri Balsamici, preferendo da subito l’estero. Grazie al nostro crescente rapporto con il mercato internazionale, siamo riusciti a mettere a punto un modo nuovo di viaggiare. Dal nord Europa, come dagli Stati Uniti o dal Giappone, abbiamo piano piano portato sempre più turisti sul nostro territorio. Oggi il turismo enogastronomico è una realtà consolidata, e l’Emilia è recentemente diventata una meta di viaggio ambita, proprio perché le persone vogliono vedere coi loro occhi dove nascono i prodotti che amano. Vogliono visitare le nostre terre e assaggiare i nostri prodotti. Nella nostra piccola realtà oggi parliamo di diverse centinaia di visitatori ogni anno”

 Resistere alla globalizzazione portando nel mondo la ricetta tradizionale.

“Dalla decisione maturata all’inizio del nostro percorso imprenditoriale, possiamo dire che la scelta è stata giusta, visto che oggi la maggior parte del nostro prodotto entra nelle cucine dei migliori ristoranti di tutto il mondo e sugli scaffali di importanti boutique del Gusto dagli Stati Uniti all’Australia. Nessun compromesso in merito alla qualità, cerchiamo sempre di migliorare il nostro prodotto. Il tutto ha richiesto e richiede grande impegno e sacrifici, non è facile restare attivi sui mercati esteri, che spesso vengono controllati dalle grandi multinazionali. Il Made in Emilia ci ha sicuramente aiutato, ed oggi siamo forti grazie ad un portfolio clienti che crede nella nostra qualità e servizio. Ogni anno l’orizzonte si allarga, e siamo pronti a ripartire.”

Quali sono i nuovi mercati dove l’Aceto balsamico di Modena ha trovato ulteriori vittorie?

“Oggi l’Estremo Oriente rappresenta un terreno molto ricettivo per le aziende enogastronomiche dell’Emilia. Partecipare al processo di internazionalizzazione senza rinunciare alla qualità è possibile. Il mondo ha fame d’Italia”.

Lei opera in cabina di regia, proponendo e vendendo in tutto il mondo pregiate bottiglie contenenti uno dei prodotti che meglio rappresenta l’Emilia. Cosa possono fare le istituzioni e il mondo imprenditoriale emiliano per aiutare le piccole aziende come la Vecchia Dispensa?

Credo fermamente nel turismo, come strumento di marketing imprenditoriale. Il turista è il cliente che utilizzerà i nostri Balsamici una volta tornato a casa, e, se gli diamo le condizioni per conoscerli ed utilizzarli, allora abbiamo fatto centro.

Viviamo nella regione Italiana che vanta il maggior numero di prodotti DOP e IGP e che al suo interno ha le condizioni per attrarre un turismo di qualità. Città, Arte, Enogastronomia, Natura, Motori sono tutte leve molto importanti per attrarre il turista.

Si devono creare le condizioni per migliorare l’accoglienza, e per poter finalmente riconoscere nell’Emilia una meta di viaggio non solo di lavoro, ma anche di piacere. Mancano strutture alberghiere adeguate e una rete integrata del trasporto pubblico. Queste sono purtroppo carenze croniche che lamento da sempre. In tutta onestà bisogna anche sottolineare che non tutte le aziende hanno maturato una volontà di aprirsi al turismo, che talvolta viene ancora visto come un intruso in casa.

Poi c’è il capitolo formazione all’accoglienza. Ecco, questo sì che sarebbe utile per creare i presupposti che ci portino ad una elevata professionalità.

Le istituzioni, il mondo politico e imprenditoriale, insomma tutti noi dobbiamo lavorare per trasformare il turismo in una macchina sempre più potente. I nostri prodotti enogastronomici e la bellezza delle nostre terre rappresentano una delle possibilità più concrete per i nostri figli.”

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