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L’incredibile vicenda di Witold Pilecki sarà commemorata a Vignola per la Giornata della Memoria

A Vignola una conferenza internazionale italo polacca per la Giornata della Memoria. Un convegno e una mostra su Witold Pilecki, il tenente di cavalleria che si fece volontariamente imprigionare ad Auschwitz per organizzare una rete di resistenza interna al campo.

Evento d’eccezione a Vignola in occasione della Giornata della Memoria del prossimo 27 gennaio 2018. Proprio sabato 27, infatti, saranno organizzati un convegno e una mostra per ricordare la figura, per decenni dimenticata, di Witold Pilecki, un ufficiale dell’esercito polacco che volontariamente si fece imprigionare nel campo di sterminio di Auschwitz, vi rimase quasi tre anni organizzando una fitta rete di resistenza interna e riuscì poi a fuggire, continuando in seguito un’eroica resistenza contro le armate naziste.

A organizzare l’evento sono stati l’associazione italo polacca “Via dell’Ambra”, la Fondazione Gdzie, l’associazione “Amici del Mulino” di Savignano, con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, del Comune di Vignola, della Fondazione di Vignola, del Consolato onorario della Repubblica Italiana a Breslavia, del Consolato Polacco in Italia, del Ministero degli Esteri della Repubblica di Polonia.

La cerimonia inizierà alle 10 nella Sala dei Contrari della rocca di Vignola, con i saluti del Console Generale della Repubblica di Polonia Adrianna Siennicka, del Console Onorario della Repubblica Italiana Monika Kwiatosz, dell’onorevole Bożena Kamińska, del sindaco di Vignola Simone Pelloni, del sindaco di Savignano Germano Caroli e della presidente dell’associazione Via dell’Ambra, Dorota Wiśniewska. Sono poi in programma gli interventi di Krzysztof Kosior, pronipote del capitano Witold Pilecki, Małgorzata Kupiszewska, coordinatrice del progetto “Capitano Pilecki Eroe Invincibile”, del prof. Marco Patricelli dell’Università di Chieti e autore del libro su Pilecki “Il Volontario”, del prof. Marco Brunazzi dell’Istituto di studi storici “Gaetano Salvemini” di Torino, della Dott.ssa Anna Szwarc Zając dell’Istituto di studi storici “Gaetano Salvemini” di Torino e del prof. Mirosław Jerzy Lenart dell’Università di Opole. Alle 12,30 è previsto il termine del convegno.

Alle 15,30 infine, presso la biblioteca comunale “Francesco Selmi”, sarà inaugurata la mostra “Tenente di Cavalleria Witold Pilecki, il volontario di Auschwitz”, alla presenza di autorità italiane e polacche.

“Dopo questo evento per ricordare una figura così importante e troppo spesso dimenticata – ha commentato Dorota Wiśniewska, anima organizzatrice dell’intera iniziativa – abbiamo già in programma di fare una domanda ufficiale all’Unesco per inserire il rapporto su Auschwitz del capitano Witold Pilecki nel programma “Memoria del Mondo”.

Tragica ed eroica al tempo stesso è in effetti la vicenda di Witold Pilecki, al momento documentata in lingua italiana solo nel volume del prof. Marco Patricelli “Il Volontario”. Nato a Olonec (oggi territorio russo, ma un tempo polacco) nel 1901, nel 1918 si arruolò nell’esercito del suo Paese. Nel 1939 partecipò alla Battaglia di Varsavia e, dopo la capitolazione della capitale polacca per l’avanzata delle armate naziste, nel settembre del 1940 si fece arrestare volontariamente dalla Gestapo per essere inviato ad Auschwitz, con il compito di organizzarvi una rete di resistenza (nei primi tempi nel campo di sterminio di Auschwitz erano deportati soprattutto polacchi e tedeschi dissidenti) e inviare i rapporti sulla situazione nel campo. Riuscì nel suo intento, anche se non si scatenò mai una rivolta ad Auschwitz perché dall’esterno nessuno intervenne (il compito di Pilecki era infatti quello di coordinare la rivolta dall’interno del campo, ma avrebbe dovuto esserci necessariamente un supporto dall’esterno), e il rapporto sul campo che riuscì a fare arrivare agli Alleati angloamericani nel marzo del 1941 fu giudicato “esagerato”. In pratica, nessuno allora credette alle torture che Pilecki descriveva nel suo rapporto. Dopo quasi tre anni, in ogni caso, riuscì a fuggire da Auschwitz e continuò a combattere, prendendo parte nel 1944 alla “Rivolta di Varsavia”. Per conto del governo polacco in esilio a Londra, nell’autunno 1945 fu spedito nuovamente in missione nella Polonia occupata dalle truppe sovietiche per ottenere informazioni sull’occupazione. Finì in prigione con l’accusa di essere stato un “agente imperialista”, quindi “nemico del popolo”, pertanto giustiziato nel maggio 1948. Ancora non si sa se e dove è stato sepolto. Dal 1948 al 1989 le informazioni riguardanti l’attività di Witold Pilecki furono censurate. Nel 1990 fu riabilitato.

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