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Economia circolare e cambiamenti climatici. Galletti: “Opportunità per imprese e Paese”

“L’economia circolare sostituisce quella lineare, che consuma molti prodotti e produce molti rifiuti. Per tutelare il sistema ambientale abbiamo bisogno di processi produttivi più virtuosi, questo cambia il mondo di grandi e piccole imprese. E per questo dobbiamo scommettere sull’economia circolare, perché rappresenta un vantaggio non solo per l’ambiente, ma anche sotto l’aspetto economico”. Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, è intervenuto (insieme al vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina, al divulgatore scientifico Luca Lombroso e al presidente di Lapam Carpi, Riccardo Cavicchioli) al convegno ‘Cambiamenti climatici, quale impatto per le imprese?’ organizzato da Lapam Confartigianato, in collaborazione con Fondazione Furio Farabegoli.

Qualche dato per contestualizzare il fenomeno: in Italia, nel 2015, le energie rinnovabili hanno toccato il 17,5% del fabbisogno nazionale, superando la media Ue a 28 Paesi, ferma al 16,7%. A Modena e Reggio Emilia nel 2017 sono oltre 2mila (2.144) le imprese della filiera delle fonti di energia rinnovabile. In più, rileva l’ufficio studi nazionale Confartigianato Lapam, sono già 15.376 le imprese artigiane nell’ambito dell’economia circolare nelle stesse province e nel 2017 le assunzioni di lavoratori nei cosiddetti ‘green jobs’ sono oltre diecimila, per la precisione 10.700, 6.660 dei quali a Modena.

Mons. Cavina ha spiegato: “Sui cambiamenti climatici dobbiamo educare ad approcci più sensati: abbiamo la responsabilità di lasciare il mondo almeno non peggiore di quanto lo abbiamo trovato. Il cambiamento climatico è fenomeno globale, molto però si gioca anche a livello locale a partire da comportamenti e stili di vita di ciascuno”, mentre il Presidente generale Lapam, Gilberto Luppi, ha posto l’accento sull’importanza di incontri in cui gli imprenditori possono alzare lo sguardo e cogliere tendenze di lungo periodo. Galletti ha ripreso: “Le pmi hanno salvato il Paese negli anni della crisi. Compito del Governo è capire quali difficoltà possono avere le pmi in questo senso e sostenere un cambiamento di sistema, che interessa aziende e filiere”.
“Siamo tutti sulla stessa canoa, ma abbiamo dei remi diversi – ha puntualizzato Lombroso – . L’Italia abbandonerà il carbone nel 2025, ma il gas non è la strada giusta. Le opportunità per le imprese sono molteplici e vanno dal mondo dell’edilizia a quello della mobilità elettrica, passando per i temi del riuso dei manufatti. L’obiettivo è evitare un riscaldamento globale superiore ai 2 gradi entro il 2100: se questo riscaldamento arrivasse a 4 gradi di fatto l’estinzione umana sarebbe una probabilità piuttosto concreta”.

Cavicchioli ha riconosciuto i passi avanti del Governo, ma ha chiesto di ripensare gli incentivi (mantenendo quelli per le rinnovabili e togliendone alla filiera del petrolio) e ha aggiunto: “Occorre ripensare i sistemi incentivanti con una logica di lungo periodo. Crediamo che uno dei player importanti del futuro possa essere il sistema delle pmi. Un sistema più chiuso, con meno dispendio di energia e con la possibilità di agire sui manufatti non solo a livello di produzione ma anche di sistemazione e riuso. Piccolo tornerà bello”.

Le conclusioni sono state curate dal Segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi: “Questi temi sono sempre più strategici e occorre fare informazione e formazione. Come sistema Confartigianato, anche a livello regionale tramite Formart, stiamo lavorando molto in questa direzione”.

 

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