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Equità, coerenza, omogeneità: si abbasseranno a Bologna le tariffe dei nidi e di alcuni servizi educativi e scolastici

La Giunta guidata dal Sindaco Virginio Merola, su proposta della vicesindaco e assessore alla scuola, Marilena Pillati, ha licenziato le modifiche alla disciplina generale delle tariffe dei nidi e di alcuni servizi educativi e scolastici. Il cambiamento, che entrerà in vigore dall’anno educativo e scolastico 2018-2019 e che consentirà alle famiglie di risparmiare, risponde ad esigenze di equità, coerenza e omogeneità. Il nuovo impianto, al quale seguirà una delibera di Giunta che entro l’anno fisserà le nuove tariffe, andrà ora all’esame delle commissioni consiliari e poi al voto finale da parte del Consiglio comunale. Il cambiamento, annunciato dal Sindaco durante la presentazione del bilancio di previsione 2018-2020, prevede una rimodulazione delle tariffe relative ai servizi nido, assistenza al pasto, pre e post scuola mattutino e pomeridiano e trasporto scolastico collettivo per una riduzione complessiva che vale 600.000 euro. In particolare, per quanto riguarda le tariffe dei nidi, il Comune sarà in grado di ridurle grazie a parte delle risorse messe a disposizione dal Ministero dell’Istruzione sulla base della programmazione regionale. Le risorse provengono dallo specifico fondo istituito in attuazione del decreto attuativo 65/2017 con il quale è nato a livello nazionale il Sistema integrato di educazione e di istruzione rivolto ai bambini da zero a sei anni. Lo Stato contribuisce a realizzare il Sistema con uno specifico fondo che per il primo anno – il piano è infatti triennale – prevede per il territorio dell’Emilia-Romagna 20 milioni di euro.

Nuovi meccanismi per l’esenzione e risparmio per le fasce medie e medio-basse
Il nuovo sistema tariffario introduce a monte nuovi meccanismi per attribuire le esenzioni che dal prossimo anno non saranno più solo legate all’indicatore Isee. Le esenzioni saranno infatti collegate agli indicatori di fragilità sociale e ai sistemi di inclusione attiva o ancora al contributo di sostegno al reddito che si esplicita in varie forme (per esempio il Res, reddito di solidarietà; il Sia, sostegno per l’inclusione attiva; il Rei, reddito di inclusione), compresi i contributi erogati dai servizi sociali territoriali. Si apre dunque un dialogo tra i diversi soggetti che all’interno dell’amministrazione comunale si occupano di famiglie in difficoltà, e in particolare tra i servizi educativi e i servizi sociali, con l’obiettivo di rendere più efficaci gli interventi messi in campo dal Comune per accompagnare a una maggiore autonomia chi si trova in una situazione di fragilità. I nuovi requisiti per l’attribuzione delle esenzioni sostituiranno quelli attuali (collegati al solo valore Isee) e si applicheranno a tutti i servizi educativi e scolastici. Pertanto, così come è già avvenuto in passato per la refezione scolastica, dal nuovo sistema sarà eliminata la tariffa zero collegata alla sola Isee e sarà introdotta una tariffa minima per tutti i servizi (modulata rispetto al numero delle fasce e rispetto alla tariffa massima applicabile a ciascun servizio), visto che l’esenzione totale avrà per ogni caso un’istruttoria diversa e non legata solo all’Isee, indicatore non sempre rappresentativo, da solo, di tutte le situazioni di difficoltà dei nuclei familiari. Per quei servizi dove già ora sono previsti meccanismi di esenzione legati a condizioni individuali del bambino (disabilità, affido, tutela) e dove sono previsti sconti legati a particolari condizioni del nucleo familiare (pluriutenza, genitore solo, presenza di un disabile), questi vengono confermati anche nella nuova disciplina.

Per quanto riguarda invece le fasce Isee che regolano gli attuali sistemi tariffari dei servizi nido, assistenza al pasto, pre e post scuola mattutino e pomeridiano e trasporto scolastico collettivo, il cambiamento porterà a disegnare linee di progressione delle tariffe più eque, caratterizzate da tassi di crescita più rallentati rispetto a quelli attuali. Il risparmio sulle tariffe dei nidi riguarderà tutte le famiglie, ma in misura maggiore quelle che hanno redditi medi e medio-bassi: in particolare la fascia di valori Isee compresa tra 10.000 e 25.000 euro, pari a quasi la metà degli utenti. Per quanto riguarda invece il numero e il valore delle fasce dei servizi integrativi di pre e post scuola e di assistenza al pasto, saranno uniformate e portate a 20, e sempre 20 saranno quelle da definire per il trasporto collettivo.

L’effetto di questa manovra, pur interessando in modo prevalente gli utenti che si collocano nelle fasce di Isee con valori medi e medio bassi, in realtà coinvolge in modo quasi generalizzato gli utenti dei nidi e servizi integrativi di assistenza al pasto, pre e post scuola e trasporto scolastico, arrivando a ridurre le tariffe a circa 8.000 utenti su un totale di oltre 9.000 utenti dei servizi interessati. A questi numeri vanno poi aggiunte le esenzioni che sono potenzialmente anche più elevate di quelle attuali, non avendo più il vincolo dell’Isee ma essendo collegate a reali situazioni di difficoltà di un nucleo individuate con specifici indicatori di fragilità già utilizzati dai servizi sociali.

Nelle scuole d’infanzia comunali la refezione formalmente riconosciuta parte integrante del servizio scolastico per le sue finalità educative
La modifica della disciplina generale delle tariffe applicabili ai servizi educativi e scolastici sarà anche l’occasione per apportare un cambiamento formale alla tariffa della refezione scolastica per le scuole d’infanzia comunali. A partire dal prossimo anno, si trasforma la natura della tariffa della refezione che diventa tariffa di frequenza, ossia un contributo alla copertura del costo complessivo di gestione della scuola: la somministrazione dei pasti, fruita all’interno della scuola, non sarà più dal prossimo anno soggetta a una contribuzione autonoma ma sarà inscindibile al servizio stesso per le sue finalità educative. Dare alla tariffa della refezione la natura di tariffa di frequenza, oltre a essere una misura coerente con l’organizzazione del servizio scolastico comunale, avrà anche un importante effetto perché potrà essere inserita tra le spese straordinarie alle quali entrambi i genitori devono contribuire in caso di separazione e divorzio. Oggi non è così e questo può costituire un ulteriore elemento di fragilità per le famiglie monogenitoriali. Il cambiamento in ogni caso è solo una questione formale: nella sostanza per le famiglie non cambierà nulla visto che la tariffa sarà calcolata garantendo agli utenti il pagamento di una cifra equivalente all’attuale tariffa della refezione scolastica, nella misura massima e minima, compresa l’articolazione in fasce e l’applicazione di un meccanismo di decurtazione della tariffa mensile, come accade oggi, a fronte di assenze da scuola. Alla tariffa si applicheranno i nuovi criteri di attribuzione delle esenzioni previste dal nuovo impianto.

 

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