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Tavolo carni, tutti i soggetti approvano il documento. Muzzarelli: “primo passo importante, sforzo di tutti”

«La tutela della qualità del prodotto alimentare passa inderogabilmente attraverso il rispetto delle regole a tutela del lavoro e della dignità dei lavoratori. Qualità ed eccellenza del prodotto non possono esistere senza il rispetto delle regole. Per il sistema Modena, quindi, e per il suo distretto agroalimentare la dura vertenza che ha coinvolto alcune aziende del settore della lavorazione delle carni, non può rappresentare un aspetto marginale da considerare solo nel suo rilievo sindacale». E’ la presa di posizione unitaria contenuta nel documento approvato da tutti i soggetti interessati nel corso del Tavolo carni convocato, venerdì 14 luglio, nella sede della Provincia, da Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena.

Il documento è stato firmato dai rappresentanti di Confindustria Emilia, Confesercenti, Cgil, Cisl e Uil, Legacoop Estense, Confcooperative, Confimiemilia, Agci Mo-Re, Cna e Lapam, Provincia e i Comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Spilamberto e Vignola.

L’accordo scaturisce da mesi di confronto e tavoli allo scopo di individuare delle proposte possibili per superare le vertenze legate all’utilizzo di lavoratori soci o dipendenti di imprese e cooperative in alcune aziende del settore carni che operano sugli appalti.

Per Muzzarelli «aver trovato un’intesa su questo documento rappresenta un primo passo fondamentale dopo mesi di incomprensioni. Ci auguriamo che questo possa aprire una fase nuova di confronto. Il valore del territorio, la qualità ed esperienza dei lavoratori e la responsabilità sociale delle imprese che vi operano sono unite da un filo unico. Questo è ciò che ha reso grande Modena e in questo caso, segnatamente, il settore della trasformazione delle carni: solo con uno sforzo di tutti sarà possibile consolidare relazioni sindacali positive in grado di garantire dignità e qualità del lavoro, la competitività e legalità di un settore così importante per la nostra economia».

Il documento, sottolinea Muzzarelli pone al centro il valore del lavoro e la sua tutela come elemento essenziale per la prosperità della società per il suo progresso e per la sua centralità nella vita delle persone.

Il tavolo provinciale – si legge nel documento – «ha evidenziato le opportunità e i problemi; con impegno e passione ha affrontato i problemi e le forti tensioni, senza nascondere le difficoltà ha sostenuto la legalità, condannato gli atteggiamenti intimidatori, le intransigenze, denunciando e isolando le frange estreme e violente, favorendo il dialogo e il confronto. Considera positivamente l’accordo raggiunto fra i sindacati di categoria e le Centrali Cooperative a dimostrazione che l’impegno verso il dialogo e il confronto avviati anche grazie al lavoro del Tavolo carni provinciale meritano continuità».Lo stesso impegno – si chiede nel documento – deve essere profuso a livello regionale, avviando un confronto di merito sulle modalità di applicazione della legge regionale 18/2016, e a livello nazionale «per formulare una proposta di legge che consideri il problema sorto a Modena nella sua specificità, individuando gli strumenti per salvaguardare la competitività delle imprese e la tutela del lavoro e dei lavoratori, scongiurando l’utilizzo improprio delle esternalizzazioni costruendo un provvedimento normativo adeguato». Per il tavolo le aziende coinvolte rappresentano un tassello importante del percorso di lavorazione della carne nel distretto più importante d’Europa in questo comparto dell’agroindustria. L’esperienza maturata dalla filiera, la professionalità dei lavoratori, le relazioni intessute dagli imprenditori, la innovazione dei prodotti sempre vicina alla tradizione fanno del Made in Modena una garanzia sui mercati internazionali per la grande distribuzione e per i consumatori. Tuttavia, si legge nel documento, la forte interdipendenza che lega i diversi settori del distretto agroalimentare non può tollerare il perdurare di una situazione di crisi e tensione ancora presente nel settore carni, la ricaduta negativa in termini di immagine rischia di avere conseguenze in altri settori e sta già arrecando danno all’immagine dei prodotti agroalimentari “made in Modena”.

La provincia di Modena – conclude il documento – è la porzione di territorio della UE che vanta il maggior numero di prodotti a marchio dop e igp, la plv rapportata agli ettari coltivati è fra le più alte d’Europa, la plv in valori assoluti è la più alta in regione; se a questo si aggiungono i processi industriali di trasformazione del prodotto si individua un comparto che ha retto meglio di altri alla crisi e che rappresenta una delle colonne portanti in termini occupazionali e di reddito prodotto.

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