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Fondazione Fotografia restituisce nuova luce ai fondi storici delle Belle Arti

Più di 4 mila fotografie, positivi e lastre negative di grande interesse storico e artistico, conservate negli Archivi della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara (SABAP-BO) e del Polo Museale dell’Emilia-Romagna, sono state recuperate in tre anni di lavoro nell’ambito di un progetto promosso dall’Associazione tra Fondazione di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, coadiuvate da Fondazione Fotografia Modena.

Il progetto, avviato nel 2014, si è proposto di realizzare il recupero, il riordino e la valorizzazione dei fondi fotografici storici (databili tra la metà dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento) conservati negli archivi, con l’obiettivo di recuperare l’identità storica dell’importante materiale fotografico e renderne possibile la consultazione scientifica, mediante la conservazione (pulitura e ricollocazione in sicurezza), digitalizzazione e catalogazione del materiale sul portale del MIBACT (www.catalogo.beniculturali.it).

Il primo anno del progetto è servito a mettere a punto una collaborazione fra le Fondazioni bancarie, Fondazione Fotografia, Soprintendenza e Polo Museale, al fine di attivare un modello efficiente nella gestione e rispondente agli standard qualitativi richiesti dal Ministero. Nel 2015 si è provveduto alla pulitura, digitalizzazione, catalogazione e ricollocazione di 1.264 fotografie, mentre il 2016 si è concluso con la lavorazione di altri 1.842 preziosi oggetti. Le 3.106 fotografie complessivamente recuperati sono state pulite, riordinate e trasferite dai vecchi armadi in nuovi scaffali e scatole adeguati all’archiviazione e conservazione. Per completare il lavoro previsto nel triennio 2015-2017 è prevista la catalogazione di altri 1.040 pezzi entro la fine di luglio 2017.

Per la realizzazione del progetto, l’Associazione e le Fondazioni promotrici (la Fondazione Cassa di risparmio di Modena e la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna) hanno stanziato un contributo complessivo di 135 mila euro: una cifra messa a disposizione di Fondazione Fotografia per coprire i costi e coordinare i professionisti (catalogatori, esperti e restauratori) che hanno lavorato al progetto di ripristino, ma anche per iniziative di valorizzazione che saranno definite nei prossimi mesi in accordo con il Segretariato regionale, il Polo Museale e la Soprintendenza.

I positivi e le lastre fotografiche oggetto di recupero sono riferiti in prevalenza al territorio di Bologna e provincia, oltre che a Parma, Piacenza, Modena e Reggio Emilia, ma si estendono anche al territorio Europeo e extraeuropeo.
Si tratta del fondo privato e dell’archivio pubblico legati alla figura di Raffaele Faccioli (1836-1914), primo Direttore dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti, in carica dal 1891 al 1907.
I soggetti sono principalmente edifici italiani e stranieri che servivano allo studio dell’architettura, a cui si aggiungono le immagini commissionate dall’ufficio regionale per documentare il patrimonio storico artistico della regione emiliana. Appaiono anche quadri, affreschi e cantieri di restauro. Un nucleo significativo è quello che si riferisce ai bombardamenti su Bologna della seconda Guerra Mondiale e alle misure adottate per proteggere le opere d’arte.

Il progetto ha avuto il coordinamento scientifico di Corinna Giudici (per la Soprintendenza e il Polo Museale) e il coordinamento tecnico di Patrizia Rossi (per l’Associazione regionale) e Chiara Dall’Olio (per Fondazione Fotografia Modena); ha coinvolto 5 catalogatrici e 2 restauratrici.

“La fattiva collaborazione tra fondazioni di origini bancarie, Soprintendenza e Polo Museale ha dato luogo ad un progetto pilota di indubbio valore – ha commentato il presidente di Fondazione Fotografia e Fondazione Cassa di risparmio di Modena Paolo Cavicchioli -; ci impegneremo affinché quest’esperienza possa proseguire nel tempo ed estendersi ad altri archivi storici ‘da salvare’ presenti nel nostro territorio di competenza”.

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