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A Pavullo l’orto entra a scuola con un progetto che coinvolge 60 studenti

Dall’incontro tra Elisa Lugli, insegnante di scienze naturali dell’istituto Cavazzi, e Giuliana Toschi, esperta in permacultura ha preso vita, nei mesi scorsi, il progetto “Orto didattico’, un modo coinvolgente e operativo di avvicinare i giovani alla ‘terra’ e all’agricoltura singergica.

Elisa il tuo incontro con Giuliana è avvenuto grazie alla ‘food forest’. Cos’è?

Ho letto per la prima volta la parola food forest in un annuncio … io e la mia famiglia eravamo alla ricerca di una casa-vacanza a Serramazzoni e la signora che proponeva la casa citava la possibilità di utilizzo dei prodotti della food forest. Lo ammetto, non sapevo cosa fosse; ho avuto subito qualche dubbio seguito da tanta curiosità che abbiamo deciso di colmare prendendo un appuntamento per vedere la casa. Una settimana dopo siamo andati in visita alla casa e abbiamo conosciuto Giuliana Toschi, una persona straordinaria che con garbo, semplicità e tanta voglia di trasmettere la sua conoscenza ed esperienza di permacultura. Scopro così che la food forest è un sistema di coltura permanente nel quale intorno agli alberi da frutto vengono disposti e associati, fuori dalla chioma, gli arbusti che producono piccoli frutti come ad esempio il ribes e l’uva spina e tutte le specie vegetali dell’orto sinergico. Nella foresta-cibo si ricrea l’ecosistema naturale ovvero l’armonia tra il suolo, la pedofauna, le specie vegetali e animali, insetti e uccelli.

Tu sei insegnante di scienze naturali alle superiori. Come e in che modo hai deciso di portare la food forest a scuola con il progetto ‘Orto didattico’?

Ho ritenuto fin da subito l’incontro con Giuliana provvidenziale per me e per i miei studenti. A scuola ne ho parlato con i colleghi; con quelli di scienze avevamo iniziato un percorso condiviso di approfondimento relativo alla decrescita, l’uso responsabile delle risorse e il risparmio energetico… l’orto sinergico mi sembrava una risposta tangibile a questi contenuti. I colleghi dei consigli di classe e la presidenza hanno accolto con positività ed entusiasmo il progetto e così ha preso il via, in forma sperimentale, coinvolgendo 60 studenti delle classi 1C; 1E del liceo delle scienze umane, 2A professionale e i ragazzi disabili dell’Istituto Superiore Cavazzi” di Pavullo nel Frignano. Il progetto “Orto didattico” è iniziato a marzo e terminerà a giugno; si articola in attività tecnico-pratiche di realizzazione dell’orto sinergico che si svolgono negli spazi verdi e nei vasconi del cortile davanti all’ingresso della scuola. Ovviamente non è possibile realizzare una food forest per motivi di spazi e tempi legati anche alla compatibilità con l’attività didattica, per cui io e Giuliana abbiamo deciso di scegliere delle specie orticole che fruttificano entro fine maggio come aglio, cipolla, piselli, fave, fagiolini, lattuga, erbe aromatiche e fiori che attirano gli impollinatori.

E poi vi siete messi all’opera…

Le attività manuali si svolgono in presenza e con la supervisione di Giuliana, esperta di permacultura; in classe, nelle ore di scienze, vengono forniti ai ragazzi approfondimenti relativi alla biologia dei viventi, a scienze della terra e cenni di permacultura facendo riferimento, in particolare, al libro: “Agricoltura sinergica” di Emilia Hazelip. Nelle attività pratiche gli studenti stanno imparando le basi per creare un orto sinergico iniziando dalla creazione di un bancale, una porzione di suolo che abbiamo pacciamato con foglie, cartoni e paglia, con l’aiuto di Giuliana. I termini cippatura e sinergia tra le piante sono diventati famigliari come il prendersi cura dell’ambiente e del semenzaio in classe.

Come stanno rispondendo i ragazzi? Pensi di replicare nel prossimo anno scolastico?

I ragazzi stanno scoprendo che un’agricoltura diversa è possibile, che si può cambiare direzione ed essere i fautori di un modo nuovo di pensare nel quale l’azione dell’uomo non è finalizzata al saccheggio di quanto la terra ci fornisce ma a un agire secondo una conoscenza consapevole, responsabile e rispettosa dello stato di salute del suolo da coltivare, della pedofauna presente ed essenziale per garantire fertilità, biodiversità e produttività.  L’orto sinergico fa parte della permacultura ovvero un agricoltura durevole, permanente nella quale l’uomo non distrugge e non altera con pesticidi, erbicidi e fertilizzanti ma collabora e si prende cura della Terra, degli altri e di sé. Fare l’orto non è un’impresa da poco, richiede una cura costante, pazienza e collaborazione da parte di tutti; alcuni ragazzi diversamente abili, insieme agli insegnanti di sostegno, hanno collaborato nelle attività manuali, in particolare innaffiando l’orto quotidianamente e lavorando alla produzione del cippato di pino destinato al bancale delle fragole. Tanti colleghi hanno fatto la loro parte sostenendo l’attività, aiutando concretamente e supportando l’esperienza dei ragazzi. Gli studenti hanno risposto con interesse ed entusiasmo ma anche con una sincerità disarmante alla vista di un lombrico (“Prof lo metta via!”) o nello sporcarsi le mani di terra o stallatico (“Che schifo! A me lavorare la terra non piace però lo faccio lo stesso…. ne tenga conto!”)” o lo stupore come quello dei bambini (“Prof è nato il basilico, venga a vedere!”). Attualmente siamo in attesa della crescita delle piantine del semenzaio per poterle impiantare, oltre ai fiori e frutti di quanto seminato nei bancali, nella speranza di poter vedere cosa abbiamo prodotto in sinergia con la Terra. Il prossimo anno dobbiamo sperimentare l’orto sinergico con le colture invernali quindi l’esperienza non finisce qui! E poi speriamo che gli studenti creino il loro orto per diffondere e applicare la permacultura.

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