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Raid in edifico comunale a Boretto a caccia dell’oro rosso: presi dai carabinieri

Si sono introdotti fraudolentemente nelle pertinenze di un edificio in disuso di proprietà comunale per fare razzia di rame. Per trafugare il prezioso “oro rosso” hanno puntato dritti all’impianto elettrico sfilando i cavi dai quadri elettrici che poi hanno incominciato ad accumulare all’interno dello stabile per trascinarli all’esterno con l’intento di asportarli. Nel bel mezzo della loro attività delittuosa, i due ladruncoli, sono stati beccati da una pattuglia dei carabinieri della stazione di Boretto, allertati da alcuni cittadini che sentivano forti rumori provenire dall’interno dello stabile in disuso, che subito intervenuti, gli hanno sorpresi nel bel mezzo del colpo.

I due non hanno opposto resistenza ne hanno tentato di darsi alla fuga: sono stai fermati e condotti in caserma. Con l’accusa di concorso in tentato furto aggravato i carabinieri della stazione di Boretto hanno denunciato alla Procura reggiana un 35enne originario di Parma e un sardo 60enne, entrambi incensurati e residenti a Boretto. L’intervento dei militari ha consentito il recupero del cavi elettrici che dopo essere stati sfilati dall’impianto elettrico ed arrotolati erano stati stoccati all’interno per essere rubati.

E’ accaduto ieri sera intorno alle 19,00 quando i carabinieri della stazione di Boretto, su input dell’operatore in servizio al 112, intervenivano in via Argine del comune di Boretto dove erano stati segnalati rumori sospetti provenire dall’interno di un edificio in disuso di proprietà del comune. Giunti sul posto i militari entravano nello stabile notavano 2 uomini che sorpresi dai carabinieri ammettevano di essere entrati per rubare i cavi elettrici per poi, una volta sguainati, rivendere il rame. Il sopralluogo nelle pertinenze del dismesso stabile consentiva di rinvenire accatastati a terra in attesa di essere prelevati vari metri di cavi elettrici. Alla luce di quanto accertato i 2 venivano condotti in caserma e denunciati alla Procura reggiana con l’accusa di tentato furto aggravato. Due denunce che potrebbero presto portare ad un’importante svolta nelle indagini che da tempo i carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia stanno conducendo per risalire all’intera filiera di un fenomeno, quale quello dei furti di rame, che anche nel reggiano sta assumendo dimensioni rilevanti grazie al fiorente mercato che vede i predoni dell’oro rosso rivendere a compiacenti ricettatori, solitamente rottamai, il rame che viene acquistato a prezzi stracciati per poi riciclarlo e immetterlo sul mercato “regolare” con guadagni di circa 8 euro al chilo.

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