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Il Comitato No consumo del territorio, valorizziamo l’esistente: “La villa di Ciro Menotti cade a pezzi”

villa-menotti-fiorano“La Villa di Ciro Menotti in cui egli ha vissuto, è aperta alle scorribande di chiunque, senza porte, senza finestre, abbandonata in uno stato di umiliante degrado, oggi sta divenendo ritrovo di marginalità sociali, un ingrato destino
per un edificio che fu di un Eroe della Patria” – lamenta il Comitato “No consumo del territorio, valorizziamo l’esistente”.

“La villa Menotti, secondo il progetto in itinere, dovrebbe essere recuperata dalla proprietà, “Casa Sana
srl”, in cambio della realizzazione di una certa cubatura di villette. Il timore però, è che la Villa crolli ancor prima dell’attuazione di questo controverso accordo – afferma il Comitato – Vogliamo attendere i tempi di un discutibile “baratto”, fra il recupero di una Villa Storica e la costruzione di nuove villette “con caratteristiche orientate alla bio-architettura e alla riduzione dell’impatto ambientale”?

La Villa deve essere salvata per il suo grande valore storicoculturale.
Punto. Cosa c’entrano lottizzazioni e lottizzanti?
Già oggi, a fronte del vergognoso degrado in cui versa, è come se Ciro Menotti venisse tradito ed ucciso due volte. I muri che crollano, gli intonaci sbiaditi, gli scuri a marcire per terra: quanto appare ipocrita celebrare l’Eroe con una statua in Piazza, quando poi non si rispettano i luoghi dove ha vissuto, la sua casa, le sue terre. Può la villa di Ciro Menotti cadere a pezzi come un banale rudere, ad opera della proprietà che la lascia in completo abbandono, per far presa sull’opinione pubblica e perseguire il disegno di vedersi tramutare il terreno agricolo antistante in 20 lotti edificabili da 300 mila euro l’uno, sommato alla localizzazione dell’Hospice per altri 4 milioni circa?

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Quanto ci importa veramente di Ciro Menotti? Possiamo noi cadere in questo banale tranello, che per avere, senza garanzie, il recupero della villa si debba pagare un prezzo così alto in termini ambientali? Perché non riusciamo ad elaborare un disegno che esca dalla logica di un prezzo da pagare e non entriamo in quella del bene comune e dell’etica comunitaria? La Villa è un bene storico da tutelare, luogo di orgoglio, non solo per Modena, ma per l’intera Nazione, perché la soprintendenza non interviene, con i poteri che le competono? I privati proprietari, possessori o detentori di beni appartenenti al patrimonio culturale, non sono tenuti a garantirne la conservazione?

Chiudiamola nei libri di Scuola, la Storia, l’amore per la Patria, quello per cui Ciro Menotti sacrificò la vita, non si sa mai  – conclude il Comitato “No consumo del territorio, valorizziamo l’esistente” – che il ricordo possa far saltare grandi affari”.

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